Parete – Uccide il rivale in amore e lo fa a pezzi con la motosega, orrore nel mondo omosessuale

Parete – Ciro Guarente, l’omicida del 25enne Vincenzo Ruggiero, ha seguito un rito macabro probabilmente tratto dal film «Non aprite quella porta» dall’utilizzo della motosega per smembrare il corpo fino all’analoga modalità del sezionamento. Dopo aver ucciso il suo rivale in amore ha tagliato la testa e un braccio, facendoli sparire. Un piano premeditato che i i carabinieri stanno ricostruendo grazie ad un supertestimone. Aveva fittato, il giorno prima il locale nel quale ha poi sepolto i resti di Vincenzo; alcuni giorni prima ancora aveva comprato le mattonelle del pavimento necessarie per riparare il buco scavato per seppellire parti del corpo della vittima. Insomma, lui, Ciro, l’assassino, non ha lasciato nulla al caso. Per fortuna, l’esperienza insegna che il delitto perfetto non esiste. L’acume investigativo dei carabinieri ha fatto il resto incastrando l’assassino.
Secondo l’accusa le ragioni del delitto sono semplici: Heven Grimaldi, la trans con la quale aveva una relazione dal 2010, doveva essere sua e basta. E così, secondo gli investigatori, Guarente ha pianificato l’assassinio del suo rivale Vincenzo, affittando il garage a Ponticelli – nei pressi dell’abitazione dove vivono i genitori e due fratelli – il giorno prima del delitto. In quel locale, trasformato in un mattatoio, ha trasportato il cadavere, lo ha mutilato dell’avambraccio sinistro e della testa, e ha provato a farlo sparire. Ma non avrebbe fatto tutto da solo, ne sono convinti i carabinieri del reparto territoriale di Aversa. Il ritrovamento del corpo è avvenuto grazie a un supertestimone. E non si esclude che nelle prossime ore si possa giungere a nuovi sviluppi.