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Marzano Appio – Eccidio di Campagnola, ecco come nacque la strage: ad opera di un’azione partigiana.

Marzano Appio (di Nicolina Moretta) – E’ all’opera lo storico Giuseppe Angelone per ricostruire la verità sulla strage di Campagnola, avvenuta il dieci Ottobre 1943, che vide l’atroce eccidio da parte dei tedeschi di sei uomini campagnolesi e di alcuni animali, animali che furono uccisi al posto degli uomini, fatta salva la vita a quattro uomini, dato che un comandante tedesco si commosse alla vista di nove figlioletti che piangevano per il loro padre, prossimo alla fucilazione. Lo storico è stato incaricato dal Comune di Marzano Appio che ha avviato la richiesta di riconoscimento per meriti civili per i martiri di Campagnola. Tra le testimonianze raccolte dallo storico Angelone, ve ne una che fa luce sulla parte della storia più oscura, l’azione partigiana che innestò la reazione dei tedeschi; riportiamo fedelmente la testimonianza scritta qui di seguito: “ Come accordi presi via telefono, cerco di mettere nero su bianco di ciò che mi ricordo di quello che mio padre, Romano Mario, denominato “Mariuccio u capurale”, mi raccontava sui fatti successi a Campagnola in data 10 Ottobre 1943. Al comando delle SS viene dato l’ordine di effettuare un rastrellamento a Campagnola in data Ottobre, come arrivarono i soldati tedeschi a Campagnola tutta la popolazione maschile cominciò a dileguarsi nelle campagne, castagneti, boschi, anche mio padre che abitava a Campagnola in via Cirelli 12, uscì di casa spostandosi in giardino e poi nei boschi, nel mentre, vedeva che arrivava una squadra formata da un ufficiale SS più quattro o cinque soldati, che dividendosi cercavano di accerchiare le abitazioni, allora si affrettò per timore di essere preso, ma mentre lasciando il giardino si spostava verso il bosco, guardando bene vide quattro ragazzi di Campagnola, accucciati dietro una siepe, ma notò che avevano tra le mani una pistola tedesca, mentre si allontanava, riflettè sul fatto che, se fossero stati catturati, per la legge dettata dai tedeschi sarebbero stati fucilati sul posto, perché chi in possesso di un’arma dei soldati tedeschi significava che per venire in possesso avrebbero dovuto uccidere il militare, quindi fucilazione sul posto; allora mio padre dato che li conosceva (uno era il sig. Pacitto, padre del sig. Pacitto Franco attuale proprietario del bar di Campagnola), tornò indietro, e spostatosi sulla stradina, dove l’ufficiale SS proseguiva per il rastrellamento, trovandosi faccia a faccia con il nemico gli intimò: “Mani in alto”, ma l’ufficiale SS, alzò sì le mani, ma dopo si girò e con la pistola nella fondina la girò indietro e cominciò a sparare in direzione di mio padre, in quel momento mia zia “ Gennarina, mamma di Elio Romano”, uscì di casa e incominciò ad urlare di non sparare, ma il tedesco, continuava a sparare verso mio padre, non potendo rispondere al fuoco perché rischiava di colpire sua cognata, cioè mia zia, mise via il fucile mitragliatore, prese una bomba a mano, e la lanciò verso l’ufficiale delle SS, colpito gravemente, venne soccorso dal sig. Antonio De Iorio; che cercò di prestargli soccorso, fino a che vennero a recuperarlo i suoi commilitoni, che antecedentemente erano fuggiti. Per quello che aveva fatto il sig. Antonio De Iorio, non venne né catturato né fucilato. Mio padre per il timore delle rappresaglie tedesche non si volle allontanare da casa perché suo padre “ mio nonno, Romano Vincenzo”, era ammalato e a letto, e la sua preoccupazione fu azzeccata, perché il militare tedesco colpito da mio padre morì, allora i tedeschi attuarono “UN SOLDATO TEDESCO UCCISO, DIECI ITALIANI FUCILATI”, in più i tedeschi misero anche una taglia su mio padre, chiunque avesse dato notizie inerenti per scovarlo “VIVO O MORTO”, lauta ricompensa. Un abitante di Campagnola, si offrì di condurre i soldati tedeschi indicandogli l’abitazione di mio padre, quando arrivarono a casa, trovarono mia nonna “Andreana”, e mio nonno “Vincenzo” che era nel letto, perché ammalato, e dato che mia nonna, non voleva rivelare dove era suo figlio, appiccarono fuoco al letto dove era mio nonno, ma nel frattempo, mio padre si era avvicinato dalla parte del giardino, e sentendo le urla di mia nonna, si catapultò in casa, e con un fucile in pugno riuscì a far fuggire i soldati tedeschi, e portò via mio nonno e mia nonna nei boschi di Campagnola, i soldati tedeschi scappando da casa di mio padre, si trovarono di fronte colui che aveva rivelato l’identità di mio padre, quindi, pretendeva la taglia, ma loro lo giustiziarono sul posto, questo se mi ricordo bene avvenne in località detta “sotto i quatto”, dopo i militari tedeschi catturarono “ purtroppo” altri Campagnolesi, che giustiziarono, ma “per fortuna” dato che non riuscirono ad arrivare a dieci persone, uccisero in sostituzione degli animali”.

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