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ALIFE / CAIAZZO / SESSA AURUNCA / TEANO – Diocesi, Papa Francesco spinge per la riduzione: quali scompariranno e quali resteranno?

ALIFE / TEANO / SESSA AURUNCA / CAIAZZO – Accorpamento e riduzione delle diocesi, così Papa Francesco all’assemblea generale della CEI (21/05/2018): “…E la terza preoccupazione è la riduzione e accorpamento delle diocesi. Non è facile, perché, soprattutto in questo tempo… L’anno scorso stavamo per accorparne una, ma sono venuti quelli di là e dicevano: “E’ piccolina la diocesi… Padre, perché fa questo? L’università è andata via; hanno chiuso una scuola; adesso non c’è il sindaco, c’è un delegato; e adesso anche voi…”. E uno sente questo dolore e dice: ”Che rimanga il vescovo, perché soffrono”. Ma credo che ci sono delle diocesi che si possono accorpare. Questa questione l’ho già sollevata il 23 maggio del 2013, ossia la riduzione delle diocesi italiane. Si tratta certamente di un’esigenza pastorale, studiata ed esaminata più volte – voi lo sapete – già prima del Concordato del ’29. Infatti Paolo VI nel ’64, parlando il 14 aprile all’Assemblea dei vescovi, parlò di “eccessivo numero delle diocesi”; e successivamente, il 23 giugno del ’66, tornò ancora sull’argomento incontrando l’Assemblea della CEI dicendo: «Sarà quindi necessario ritoccare i confini di alcune diocesi, ma più che altro si dovrà procedere alla fusione di non poche diocesi, in modo che la circoscrizione risultante abbia un’estensione territoriale, una consistenza demografica, una dotazione di clero e di opere idonee a sostenere un’organizzazione diocesana veramente funzionale e a sviluppare un’attività pastorale efficace ed unitaria”. Fin qui Paolo VI. Anche la Congregazione per i Vescovi nel 2016 – ma io ne ho parlato nel ’13 – ha chiesto alle Conferenze episcopali regionali di inviare il loro parere circa un progetto di riordino delle diocesi alla Segreteria Generale della CEI. Quindi stiamo parlando di un argomento datato e attuale, trascinato per troppo tempo, e credo sia giunta l’ora di concluderlo al più presto. È facile farlo, è facile… Forse ci sono un caso o due che non si possono fare adesso per quello che ho detto prima – perché è una terra abbandonata –, ma si può fare qualcosa.”

Sono queste alcune cifre sulle diocesi:

– Ai tempi del Concilio Vaticano II erano 325.
– Nel 1986 viene ridotto il numero di quasi 100, attraverso l’accorpamento tra di loro di diverse piccole diocesi. Il Segretario della Congregazione per i Vescovi ha voluto allora ricordare che 119 era il numero ritenuto molto vicino all’ideale.
– Oggi giorno sono ancora 226.
Un po’ di storia
– Origine remota: si è arrivati ad un numero alto di diocesi in Italia, in confronto con il resto del mondo, per ragioni storiche molto diverse.
– Concilio Vaticano II: il decreto Christus Dominus (n. 22) si era soffermato sulla necessità di rivedere – ovunque – i confini delle circoscrizioni.
– Interventi di Paolo VI nei discorsi alla CEI
* 1964: il Papa rilevò “l’eccessivo numero delle diocesi” in Italia.
* 1966: “Sarà quindi necessario ritoccare i confini di alcune diocesi; ma più che altro si dovrà procedere alla fusione di non poche diocesi, in modo che la circoscrizione risultante abbia un’estensione territoriale, una consistenza demografica, una dotazione di clero e di opere, idonee a sostenere un’organizzazione diocesana veramente funzionale, e a sviluppare una attività pastorale efficace ed unitaria”. “L’operazione è certamente difficile, ma non dovrebbe suscitare il panico e l’opposizione”.
Studio di una commissione in seno alla CEI: voluta da Papa Paolo VI. Il risultato – un progetto di riduzione a 118-122 diocesi – fu consegnato alla Congregazione per i Vescovi nel 1968, poi votato a maggioranza dai vescovi italiani, ma alla fine non attuato.
1986: il numero è stato ridotto di quasi 100, attraverso l’accorpamento di piccole diocesi tra di loro.

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