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PIETRAVAIRANO – Cave, nuovo rinvio per l’accordo di programma. Zarone: ulteriore prova del “tifo” della regione per Moccia

pietravairano. Delocalizzazione delle cave e del cementificio del gruppo Moccia da Caserta a Pietravairano. Annullata la conferenza dei servizi fissata per il prossimo lunedì, ventotto maggio,  per la sottoscrizione dell’accordo di programma fra le parti.  Un accordo che non c’è e – probabilmente – non ci sarà mai per la resistenza che il municipio pietravairanese da anni attua contro la delocalizzazione, a difesa dell’agricoltura, del paesaggio, del turismo nell’area, puntando unicamente sullo sviluppo ecosostenibile.
L’appuntamento slitta di un mese, esattamente al prossimo ventotto giugno; “un appuntamento – conferma Francesco Zarone,  primo cittadino di Pietravairano – inutile perché la nostra posizione non consente spazio per alcuna trattativa”. “Il nostro no è definitivo perché sostenuto da ragioni che vanno ben oltre l’interesse spicciolo di  un’impresa che guarda ad un territorio immaginandolo come una immensa torta da divorare.
Il futuro del nostro paese non può essere rappresentato da qualche posto di lavoro  in cambio di inquinamento e devastazione”. Allora, si chiede Zarone, “perché la regione non prende atto della nostra volontà e chiude con questa farsa, lasciando alle parti l’eventuale onore di continuare la partita in altre sedi.
La decisione assunta da palazzo Santa Lucia  di spostare la conferenza – precisa Zarone – appare come l’ennesima prova della sudditanza psicologica della Regione verso alcuni potenti gruppi industriali”. La decisione di spostare di un mese la convocazione per l’accordo è stata assunta dall’assessore regionale Edoardo Cosenza dopo che l’amministrazione pietravairanese ha fatto pervenire – nei giorni scorsi – le motivazioni per le quali ritiene di non poter aderire all’accordo di programma. Secondo l’avvocato Giancarlo Fumo, che cura gli interessi dell’ente pietravairanese, il piano cave è privo di   Vas, e la delocalizzazione contrasta con l’articolo 27 del piano regolatore del comune nel quale è sancito il divieto di qualsiasi attività estrattiva sul territorio.
A Caserta, invece, continuano le proteste dei lavoratori del gruppo Moccia che spingono per la delocalizzazione temendo di perdere il posto di lavoro. Contro la delocalizzazione e in favore della totale chiusura delle cave nell’intera provincia di Caserta, si sono già schierati numerosi consiglieri regionali fra cui Gennaro Oliviero e Daniela Nugnes.Pochi giorni fa,  il primo cittadino di Pietravairano si è recato presso la Caserma dei Carabinieri di Vairano Scalo – competente per territorio – dove ha denunciato, per l’ennesima volta, alla Procura delle Repubblica quelle che ritiene forti pressioni per favorire la delocalizzazione, scavalcando regole e procedure e soprattutto calpestando la volontà di  un intero popolo. Qualche mese fa, fu l’assessore Severino Nappi, a convocare u n tavolo tecnico per tentare di convincere Zarone ad accettare la delocalizzazione.
Una riunione  che Zarone  definì “una trappola attraverso la quale l’assessore regionale, Severino Nappi,  tentava di scaricare sul governo pietravairanese – per il no alla delocalizzazione – la crisi occupazionale del gruppo Moccia”.

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