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PIEDIMONTE MATESE – Consiglio comunale, la minoranza sempre più fragile. Cappello sul velluto, nonostante tutto

PIEDIMONTE MATESE – Consiglio comunale, la minoranza – nonostante la costituzione di un nuovo gruppo – appare sempre più fragile. Soprattutto non mossa da unità d’intenti. Un dettaglio evidenziato nell’ultimo consiglio comunale, quello di ieri, nel quale, ad un certo punto, alcuni consiglieri di opposizione hanno lasciato l’aula credendo di far mancare il numero legale. Non aveva fatto bene i conti. Anzi, erano sicuri che il sindaco e il presidente del consiglio non erano “conteggiabili”. Il segretario comunale, sorpreso, ha chiesto la norma che indicasse questo. Ma non ha ottenuto alcuna risposta. Così la maggioranza ha approvato tutto senza alcuna difficoltà. Inoltre non tutti i consiglieri comunali di minoranza hanno lasciato l’aula; infatti Nicola Di Girolamo non ha condiviso la scelta di Daniele Ferrrucci e Luigi Di Lorenzo.
Il consiglio era in seconda convocazione. Bastava sei consiglieri per garantire il numero legale. Per la maggioranza era assente Benny Iannitti, per motivi personali, e il consigliere Alfredo De Rosa. Anche lui giustificato. Assenti per le opposizione i consiglieri Amedeo Santomassimo e Domenico Santopadre.
All’inizio dell’assemblea Daniele Ferrucci, Luigi Di Lorenzo e Domenico Santopadre (assente) costituiscono un gruppo a parte, rispetto allo storico gruppo minoranza nel quale restano Nicola Di Girolamo e Gerardo De Rosa. Venivano discussi e approvati alcuni punti all’ordine del giorno, fra cui anche la nascita del nuovo gruppo consiliare. Alla discussione del documento unico di programmazione (dup), il consigliere Di Lorenzo senza entrare nel merito dell’argomento, dopo una serie di discussioni, insieme agli altri due componenti della minoranza, approfittando anche dell’allontanamento del consigliere Catarcio, lasciano l’aula nel tentativo di far mancare il numero legale. Una scelta non condivisa dal compagno di cordata, Di Girolamo che resta in aula. Una presenza non determinante perché la maggioranza avrebbe avuto comunque il numero legale per condurre l’assemblea.

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