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TEANO – Immigrazione e integrazione, Don Enzo Gravante, “adotta” un extracomunitario come fratello

Teano (di Nicolina Moretta) – Immigrazione e integrazione, Don Enzo Gravante, “adotta” un extracomunitario come fratello: “La speranza non va annunciata, ma vissuta con gesti concreti”. Don Enzo Gravante è un sacerdote che visita gli extracomunitari in ospedale e di uno di loro, Gyames, si è fatto carico, a livello personale, totalmente. Don Enzo ha come motto: “La speranza non va annunciata, ma va vissuta con gesti concreti”. Appena incominciamo a parlare, mi cita il vescovo don Tonino Bello e il suo libro: “Auguri scomodi”, nel quale don Tonino non fa certo auguri innocui e formali, ma invita con parole coriacee a prendere coscienza del bene concreto. Don Enzo sostiene che se si legge “ Auguri scomodi”, ci si chiede: io a che punto sto. Io più semplicemente gli chiedo:

Papa Francesco ha detto:- Ogni parrocchia ospiti un immigrato. E’ quello che lei sta facendo?
– Sì, però ho iniziato prima che il papa lo dicesse, ma non per un fatto di primato, ma perchè questa micro storia è iniziata prima. Papa Francesco dice quello che la chiesa dice da sempre.

– Come le è nato questo desiderio di “adottare” un extracomunitario?
Non è stato un progetto, è stato un incontro casuale, anche se niente è casuale, per risolvere una necessità.

– Quale?
Lui era ricoverato in ospedale. Io mi sono trovato là, perché stavo seguendo un altro extracomunitario ricoverato nello stesso ospedale. Così ho sentito parlare di Gyames e le infermiere mi sollecitavano, perché il ragazzo era in ospedale da 15 giorni e nessuno lo aveva visitato, se non un connazionale per una sola volta. Così ho conosciuto Gyames e la situazione non era tra le più felici, si sospettava un tumore. In questo modo è nata la nostra amicizia e il coinvolgimento. Lui mi ha raccontato la sua storia. Viene dall’Africa e non appartiene ai gruppi recenti di migranti. Vive in Italia già da 10 anni; è in possesso del permesso di soggiorno da quando vive in Italia.

-Come sta adesso Gyames?
L’ho seguito nell’ospedale di Sessa Aurunca e per più di un mese al Cardarelli , adesso siamo in attesa, proprio in questi giorni, per un ricovero al Gemelli.

-Come ha deciso di ospitare Gyames nella sua casa parrocchiale a Carbonara?
Si creava il problema quando lui sarebbe uscito dall’ospedale di Sessa, dove sarebbe andato? Allora ho chiesto al vescovo –Monsignor Arturo Aiello – il permesso per poterlo ospitare nella casa canonica. Quando è uscito dall’ospedale, è venuto da me.

-Com’è il vostro rapporto?
-Ottimo, di famiglia. Passare da una totale precarietà ad un rapporto di famiglia, per una persona che era stata completamente abbandonata, gli ha fatto bene, anche psicologicamente. Spero che in futuro riprenda una vita propria autonoma, anche se il nostro rapporto, come di fratelli, non concluderà mai.

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un commento

  1. annalisa natale

    solo un animo buono può compiere un gesto di tale grazia…che sia di esempio pe tutti noi! un abbraccio cristiano a don Enzo!