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TEANO / MARZANO APPIO – Antonia vince il Premio letterario Don Peppe Diana

Teano/Marzano Appio (di Nicolina Moretta) –  Antonia Lauro vince per l’originalità la XII edizione del “Premio letterario Don Peppe Diana”.  L’alunna Antonia Lauro frequenta il quinto anno del liceo classico dell’ISIS Ugo Foscolo di Teano e vive a campagnola (fraz. Di Marzano Appio). Ieri a Castel Volturno (Ce), ha ritirato il “ Premio letterario Don Peppe Diana”, per l’originalità del suo testo ha vinto il concorso nazionale. Ella ha immaginato di essere” Marta” una donna di dieci anni più grande di lei e di scrivere una lettera alla cittadinanza. Stupisce la forza d’animo e la determinazione propositiva verso la vita che dimostra l’autrice del testo che invece di anni ne ha solo 19. Una maturità che affascina e stupisce, soprattutto se si considera che è riuscita a trasferire il dolore di una perdita genitoriale, quale può essere per un ragazzo o una ragazza la morte di un sacerdote, Don Peppe Diana, raffigurandola con la morte di entrambi i genitori. Di seguito il testo.

Il tema di Antonia Lauro:

Mi chiamo Marta e sono una madre di tre figli.
Sono una madre,ma non sono potuta essere una figlia.La mia è una storia triste…sofferta.
Posso sicuramente dire che sono dovuta crescere molto in fretta.
Era il 19 marzo del 1994,quando la mia vita iniziò a cambiare.
Avevo solo 6 anni e guardavo la vita con gli occhi dei bambini…occhi puri e innocenti. Quel giorno,sarebbe dovuto essere un giorno importante per me,avevo una recita a scuola ed ero emozionata,perchè avrei dovuto interpretare il ruolo protagonista di “Alice nel paese delle meraviglie”…Non salìì mai su quel palco,non ne ebbi modo.
La mattina mi svegliai,aprii la finestra e guardai fuori,era proprio una bella giornata,il sole splendeva e da lontano sentii le campane suonare a festa.
Prima di uscire ,come era mio solito fare,diedi un bacio ai miei genitori. Avevo sei anni, non sapevo che a distanza di poche ore la mia vita sarebbe cambiata. Quel bacio sarebbe stato l’ultimo,e quelle campane,che avevo sentito suonare in lontananza a festa,avrebbero riprodotto un altro suono.
Era il 19 marzo del 1994 e mancavano poche ore all’inizio della mia recita quando ricevetti una notizia che mi fece crollare il mondo addosso… I miei genitori erano morti,colpiti da un proiettile vagante,per mano della criminalità organizzata più comunemente chiamata Mafia.
Contemporaneamente in una piccola comunità,un prete,di nome Don Peppe Diana venne ammazzato,nella sacrestia della sua chiesa. Io rimasi orfana a distanza di poche ore, e rimase orfana ,insieme a me,anche un’intera comunità.
Scrivo a tutti voi,perchè la mia è una storia che si ripete tra le tante.
Della mia sofferenza ne ho fatto il motore della mia vita,trasformandola in forza. Per molto tempo ho creduto di essere io la causa della morte dei miei genitori,ma l’unica colpa che avevano avuto i miei genitori era stata quella di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato, mentre l’unico sbaglio che aveva commesso Don Peppe,era stato quello di portare avanti la sua missione con dovere,fino alla fine.
Ecco,tutti noi dobbiamo compiere il nostro dovere,per sconfiggere questo “cancro sociale” ,che può, e che deve essere sterminato.
In che modo?
Iniziando ad abituare i nostri figli alla speranza…La speranza di un mondo più giusto e pulito. Dobbiamo insegnare loro a vivere nella legalità,che significa vivere con libertà. Ognuno di noi,se pur in minima parte,può cambiare le cose.
Raccontate ai vostri figli,parlate con loro, dialogate, è già questo un inizio .
Parlate di Don Peppe Diana,raccontate di Paolo Borsellino e di Giovanni Falcone,e di tanti altri uomini  che hanno sacrificato la loro vita per la salvezza di altre vite e non hanno abbandonato la loro missione. La violenza è simbolo di ignoranza, per questo istruitevi, cibatevi della cultura e date possibilità di istruzione ai vostri figli. La terra è nostra, sappiatela curare e rispettare… Basta rifiuti! Basta tumori! C’é bisogno di rispetto e di aria pulita.
Manifestate le vostre idee,anche in pubblico , perchè non è sbagliato credere in qualcosa.
Era il 19 marzo del 1994 quando la mia vita cambiò e da quel giorno io divenni un guerriero.
Antonia

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