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Adolfo Panarello

VAIRANO PATENORA – A PANARELLO IL RICONOSCIMENTO ”TAVERNA CATENA 26 OTTOBRE 1860″

VAIRANO PATENORA – Un riconoscimento speciale verrà consegnato allo studioso Adolfo Panarello. La premiazione avverrà all’interno della manifestazione “Taverna Catena 26-10-1860”, nell’ambito della Giornata dell’Anniversario dell’Unità d’Italia.  Il 17 marzo istituzionalizzato “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera “, questa giornata importante per l’Italia è legata fortemente al nostro Comune di Vairano che ha in Taverna Catena il primo simbolo dell’unità, luogo dove avvenne lo storico incontro del 26.10.1860, con il quale “…si concludeva il processo unitario del Risorgimento Nazionale…. “.  Come cittadini di Vairano e dell’Italia intera – scrive il sindaco Bartolomeo Cantelmo – è doveroso onorare questa giornata così significativa. L’Amministrazione Comunale per questa giornata ricca di profondo significato unitario, ha voluto istituire un riconoscimento per quelle figure, figlie del nostro territorio, che ci hanno onorato in Italia e nel mondo con la loro professionalità, con il loro impegno, la loro lealtà, la loro cultura, la loro capacità.  Con l’augurio – conclude Cantelmo – che in questo giorno ogni vairanese si senta fiero ed orgoglioso di appartenere a questa grande comunità efiglio di queste belle terre”.
Adolfo Panarello si è laureato con lode in Materie Letterarie, presso l’Università degli Studi di Cassino, il 29 aprile 1991, discutendo una tesi in Filologia latina intitolata “Le epistole prefatorie dei grammatici latini”.  Dopo aver conseguito il titolo accademico, ha subito iniziato la sua attività di ricerca scientifica, dedicandosi a due campi essenziali: quello storico-archeologico e quello antropologico. In particolare, si è occupato dello studio storico, architettonico e araldico dei castelli dell’antica piana di Patenaria, ossia del territorio stretto fra le propaggini orientali del sistema vulcanico del Roccamonfina e i primi contrafforti occidentali del massiccio appenninico del Matese, estendendo il suo interesse anche ad alcune realtà fortificate ubicate lungo il confine tra la Campania settentrionale e il Lazio meridionale, un tempo facenti parte dei possedimenti della signoria medievale di Montecassino.
Dai primi mesi del 2002, come ricercatore autonomo, fa parte dell’equipe scientifica diretta dal prof. Paolo Mietto (Università degli Studi di Padova), che sta effettuando lo studio dettagliato delle suddette icniti medio-pleistoceniche e sta indagando sulla presenza e diffusione generale dell’Homo erectus europeo nell’areale del vulcano Roccamonfina. Con la stessa équipe, ha partecipato alle quattro campagne di pulizia del sito palentologico delle “ciampate del diavolo” (che hanno avuto luogo dal 22 al 30 luglio 2005, dal 24 al 26 ottobre 2005, dal 12 al 17 ottobre 2009 e dal 4 al  9 ottobre 2010), nonché ai lavori di pulizia del sito paleontologico, pure con icniti umane, nella località “Carangi” del comune di Marzano Appio (dal 20 al 24 ottobre 2008).
Nell’ambito della suddetta attività di ricerca, essendo responsabile, in modo particolare, delle indagini riguardanti l’aspetto antropologico-culturale ed etno-archeologico, a causa delle ampie connotazioni e implicazioni culturali che le “ciampate del diavolo” hanno avuto nel corso del tempo, alle metodologie scientifiche paleoicnologiche, paleoantropologiche, vulcanologiche e paleontologiche in generale, ha dovuto affiancare e applicare anche altre tecniche di studio, esplicate spesso attraverso l’interazione diretta con le realtà umane locali e approfondite ricerche archivistiche e bibliografiche. A tutto ciò va aggiunto un intenso impegno di ricerca nella direzione del recupero della storia e delle culture locali in senso più ampio. Gli elementi unificanti di tale attività di studio sono il territorio e il rigore della metodologia scientifica. In tale ottica, oltre ad aver prodotto innumerevoli pubblicazioni monografiche, si è fatto promotore di un progetto che interessa tutta la Terra di Lavoro, denominato “Terra filiorum Pandulfi”, il quale  ha come sbocco editoriale una collana di volumi, intitolata come lo stesso progetto, che è già giunta al quinto volume e che viene diffusa gratuitamente.

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