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Il fiume Sava dopo una abbondante pioggia

FONTEGRECA – Fiume Sava inquinato, tutti restano a guardare: così il Matese muore

Il fiume Sava dopo una abbondante pioggia
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FONTEGRECA (di Rachele Izzo) – Il fiume Sava, nel cuore del Parco Regionale del Matese, è ancora inquinato. Un anno dopo, all’arrivo delle prime intense precipitazioni, ecco ripresentarsi la schiuma, chiara testimonianza della presenza di sostanze inquinanti nel corso d’acqua che bagna la cipresseta più importante d’Europa. Un sito di interesse nazionale tanto da essere oggetto di studio da parte del Cnr. Non è bastato un anno per risolvere la problematica. Un inquinamento che si evidenza dopo incessanti piogge che gonfiano il corso d’acqua creando una massiccia coltre di schiuma che si deposita nelle zone dove l’acqua è più stagnante. Il fiume Sava nasce sul Matese e si versa nel Volturno, forma in una gola rocciosa piscine naturali e cascate, creando un paradiso naturale unico. Qui cresce un cipresso particolare, capace di attecchire sulla roccia, dando luogo a un biotipo eccezionale. Oggi, ad otre un anno dalla prima manifestazione dell’inquinamento, il torrente del Matese appare nelle stesse condizioni. Non si riesce a individuare e bloccare la fonte dell’inquinamento.  Intanto la schiuma bianca e  densa, tipica di un inquinamento chimico oppure da fanghi di depurazione, si è ripresentata.

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2 commenti

  1. E allora che sc……….o anche tutti i sindaci, gli amministratori del Matese, il presidente del parco e tutti gli st….i che li votano passati e presenti. Cosi sch…….i loro abbiamo risolto il 99% dell’inquinamento ambientale.

    E il Sindaco di FUSSACECA che si vanta pure della cipresseta. Ma quando incomincerà a vergognarsi un po?

  2. Gli amministratori di questi enti locali, ed i vari presidenti di parchi e consorzi, sanno soltanto fare belle mostra di se ai convegni e manifestazioni varie. D’altra parte non dovrebbe essere così difficile individuare la fonte dell’inquinamento, poichè nella zona le industriette, certi laboratori, ecc ecc, si contano sulla punta delle dita. Tutti sanno e tutti tacciono. Magna tu che magno io così magna pure dio.