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PIEDIMONTE MATESE – Truffa ai fondi Por, il dramma delle vittime

PIEDIMONTE MATESE – Truffa ai fondi della comunità europea, tutto rinviato al prossimo luglio. Scoppia la rabbia delle vittime che temono lo spauracchio della prescrizione.  Una maxi truffa per diverse centinaia di migliaia di euro ai danni della Regione Campania. Avrebbero, in sintesi, prodotto falsi progetti per intascare i finanziamenti che la comunità europea eroga attraverso la regione Campania.  Sotto accusa sono finiti  sette, tutti dell’Alto Casertano: Diego Navarra, Loreto Pascale e Luciano Ricigliano di San Potito Sannitico, Gianluigi Di Bartolomeo di Gioia Sannitica, Giancarlo Franco Macaro ed Elio D’Allestro di Piedimonte Matese, e Giuseppe Sansone di Alife.    Saranno loro a doversi presentare davanti ai giudici fra qualche giorni. 27 persone prosciolte
Il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha invece prosciolto per non aver commesso il fatto altre 27 persone titolari di bar, agriturismi e ristoranti della zona dell’Alto Casertano che, per il tramite di questi sette tecnici che avevano curato le pratiche, avevano chiesto e ottenuto un finanziamento Por Campania per la ristrutturazione dei rispettivi locali. Il gup ha quindi creduto alla loro buona fede nel caso di specie rinviando a giudizio invece i sette tecnici che, secondo l’accusa, avrebbero, attraverso delle documentazioni presentate ritenute false (del tipo preventivi), raggirato la Regione Campania per far ottenere ai beneficiari il finanziamento Por. I fatti furono accertati dalle forze dell’ordine nel periodo a cavallo tra il 2006 e il 2007.
Un processo quindi che si restringe coinvolgendo solo i tecnici che avrebbero presentato documentazioni false truffando in tal modo la Regione Campania. Il processo di merito per truffa è stato fissato dal gup dinanzi al giudice penale della sezione distaccata di Piedimonte Matese, competente per materia e per territorio a decidere del caso in esame.  Difensori degli imputati, tra gli altri, gli avvocati: Claudio Sgambato, Ercole Di Baia, Russo, Ferritto, Dario Mancino, Luigi Cimmino e Antonio Santillo.
Francesco Palomba e Gabriella De Cesare sono le uniche due vittime che hanno deciso di costituirsi parte civile al processo contro i sette tecnici accusati di aver truffato la comunità europea.  “Abbiamo dovuto restituire i soldi alla regione e ora stiamo pagando forti debiti per poter andare avanti. Il nostro unico scopo – precisa il barista Francesco Palomba – è quello di ottenere giustizia in tempi rapidi. La nostra sperannza – conclude l’imprenditore – è quello che gli autori di questa colossale truffa vengano messi in condizione di non arrecare altri danni ai cittadini che con fiudicia si rivolgono ad un professionista per ottenere un beneficio e in cambio,  invece, ricevo solo fregature”.

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