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VITULAZIO / MANTOVA – Ricatto sessuale, denaro e sesso per entrare in compagnia: assolto Monda

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VITULAZIO / MANTOVA – Ricatto sessuale, assolto Francesco Monda, originario di Vitulazio ma residente a Mantova. Proprio nella città lombarda si sono consumanti i fatti oggetto del processo che si è concluso ieri. I giudici, accogliendo la tesi dell’avvocato Fabrizio Zarone – difensore dell’imputato, hanno assolto Francesco Monda perché il fatto non sussiste. Zarone è riuscito a dimostrare, in sintesi, che la presunta vittima aveva denunciato l’imputato ingiustamente, probabilmente per vendicarsi del rifiuto ricevuto dallo stesso Monda. Nessun ricatto sessuale quindi, nessuna estorsione. In realtà sarebbe stata la stessa vittima – un ragazzo all’epoca dei fatti minorenne – ad offrire, a ragazzi più grandi di lui, denaro in cambio di prestazioni sessuali. Fatti ampiamente confermati da una serie di testimoni che, durante il processo, hanno smontato il castello accusatorio.
Secondo l’accusa, per tre anni, dal 2006 al 2009, avevano perseguitato, minacciato, picchiato il ragazzo (all’epoca dei fatti 13enne) per estorcergli del denaro: cinquanta, cento euro la settimana. Non avrebbero avuto pietà del suo disagio psichico. Ma alla fine la vittima ebbe il coraggio di dire basta. Chiamò i carabinieri pensando di eliminare un incubo. Per quelle vessazioni, per quelle minacce di morte al ragazzo e alla nonna di lui finì a processo Francesco Monda, originario di Vitulazio. Venne accusato di estorsione anche se, all’epoca dei fatti già maggiorenne, avrebbe approfittato della presunta vittima anche sessualmente.
La vittima abita a Mantova. In quel periodo aveva molte amicizie ma desiderava, a tutti i costi, entrare in un gruppo di amici più grandi di lui. E loro ne avrebbero approfittato chiedendogli denaro. La nonna, salita ieri mattina sul banco dei testimoni, ha raccontato senza indugi le problematiche del nipote. «In quel periodo – ha detto la donna al giudice Giuditta Silvestrini – Carlo (è un nome di fantasia) viveva con me. I genitori dovevano andare al lavoro molto presto e non potevano lasciarlo solo. Abitava con me. Più volte l’ ho visto tornare a casa distrutto, preoccupato. Quando i suoi amici, in gruppo venivano a trovarlo, lui si nascondeva e non riuscivo a comprenderne il motivo». Davanti al giudice la nonna non ha esitato un solo istante a rispondere alle domande. Ha raccontato delle minacce di morte a lei e al nipote. «Volevano dei soldi da Carlo continuamente – ha detto- così una volta mi sono presentata io al posto suo. Quando ho chiesto a quel ragazzo la spiegazione di quella pretesa lui mi aveva risposto che non aveva lavoro e che gli servivano i soldi». Ma non c’è solo questo. Carlo per poter entrare in quella compagnia non ha soltanto pagato ma, per sua stessa ammissione, ha dovuto concedersi a livello sessuale.
Ieri la sentenza con la quale i giudici non hanno creduto alle accuse, assolvendo Francesco Monda. Del resto lui aveva sempre negato ogni addebito dichiarandosi innocente.

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