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SPARANISE – Atti negati in comune, Gravante minaccia il suicidio

SPARANISE –  Poteva trasformarsi in tragedia l’irruzione armata negli uffici del municipio di Sparanise ad opera di Giuseppe Gravante, noto in città per essere stato presidente del consiglio comunale dal 2000 al 2003. Erano le 13,40 quando l’uomo, in forte stato di agitazione probabilmente dovuto all’effetto dell’alcol, con fare minaccioso si è recato prima nell’ufficio della dottoressa Coletta, segretario comunale, chiedendo copia di non meglio specificati documenti poi, una volta ricevuto il giusto diniego dal dirigente comunale, ha iniziato ad inveirle contro e si è spostato nella hall del municipio che prelude alla stanza del sindaco. Di li a qualche istante, attirati dalle grida del Gravante, che si era seduto su una sedia posta giusto al centro della sala, sono accorsi prima gli amministratori e poi i dipendenti comunali che hanno ripetutamente cercato di ricondurlo alla ragione. Per un momento è sembrato che la situazione potesse rientrare alla normalità ma ad un certo punto, Giuseppe Gravante, sempre più alterato si è disteso sul pavimento ed ha estratto un coltello che si è immediatamente puntato alla gola minacciando di suicidarsi. Alla vista della lama la tensione è salita alle stelle e tutti sono corsi a chiedere aiuto: c’è stato chi ha telefonato i vigili, chi invece ha allertato i Carabinieri della locale stazione ed anche chi, temendo il peggio, ha chiesto l’intervento del 118. I primi ad accorrere sul posto sono stati i vigili urbani Agostino Monfreda e Salvatore De Simone, preceduti dal comandante Giovanni Fusco, che hanno subito circondato l’ex presidente del consiglio comunale Gravante che, con il passare dei secondi si dimostrava sempre più in preda all’agitazione e continuava ad agitare la lama per poi puntarsela alla gola. Ad un certo punto, il comandante dei vigili urbani Giovanni Fusco, che era intento a stabilire una forma di dialogo che potesse alleggerire la tensione, ha approfittato di un attimo di rilassamento del Gravante e con gesto fulmineo e sicuro, lo ha immediatamente immobilizzarlo e disarmato. Una volta assicuratosi di avergli tolto dalle mani il coltello, il comandante Fusco non ha smesso di dialogare con l’uomo che è rimasto disteso ancora per diversi minuti. Gravante, in preda ad un forte stato di agitazione, ha continuato con le imprecazioni contro alcuni politici locali citando ripetutamente un articolo di giornale pubblicato dalla carta stampata ed invocando l’intervento del procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.  Poco dopo, forse calmato dalle parole del comandante Fusco, Giuseppe Gravante si è prima rimesso in piedi e dopo pochi secondi si è spontaneamente allontanato dal Municipio dove, intanto, era giunto anche il comandante della stazione dei Carabinieri Pierfrancesco Bardi. Per fortuna, e grazie al solerte intervento del comandante dei vigili urbani Giovanni Fusco, si è potuto evitare il gesto estremo di un uomo che poteva anche finire in tragedia. In città sono in molti a chiedersi se l’insano gesto sia stato dettato da un impulso volontario oppure se Giuseppe Gravante, in evidente stato di fragilità emotiva, si stato istigato da qualcuno.  ilario capanna

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