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RIARDO – NEL PAESE DELLE ACQUE MINERALI SI BEVE L’ACQUA DI CASSINO E DI PIETRAMELARA. MANCANO LE FOGNE E UN SISTEMA DI DEPURAZIONE

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RIARDO – Nel paese delle acque minerali si beve l’acqua di Cassino, attraverso le condotte Eni, e quella di Pietramelara. Ma non solo. A Riardo manca un sistema di depurazione e numerose abitazioni – in particolare tutte quelle situate nella zona delle sorgenti – sono prive di sistema fognario. Incredibile, ma terribilmente vero. Insomma mentre l’acqua estratta dalle pregiate falde riardesi viene imbottigliata e venduta in tutto il mondo, i riardesi, invece, sono costretti a bere acqua “straniera”. Ironia della sorte devono bere quella proveniente dalla vicina Pietramelara, paese con il quale esiste da secoli una sana ma accesa rivalità. Un po’ come costringere un tifoso della Roma ad indossare la maglietta della Lazio. Il pozzo che alimenta l’acquedotto riardese, per scelta del Consorzio Idrico di Terra di Lavoro che gestisce il servizio in zona, è situato in località Pantani, nel territorio di Pietramelara. Il municipio di Riardo, alcuni anni fa, ha sottoscritto un accordo con Eni Acqua che ha già realizzato la condotta che ben presto fornirà acqua al “paese delle acque minerali”. Così nelle case riardesi non arriverà più acqua proveniente da Pietramelara ma quella fornita dalle sorgenti del Gari (Cassino) – lontano, in linea d’aria quasi cinquanta chilometri – anche essa caratterizzata da una elevata concentrazione di arsenico, come la vulcanica falda acquifera riardese.

“Attendiamo solo la fornitura dell’energia elettrica – precisa il sindaco di Riardo, Nicola D’Ovidio – necessaria per alimentare la pompa che dovrà sollevare l’acqua della condotta Eni nel serbatoio comunale, posto sul borgo antico; inoltre – conclude D’Ovidio – dovrà essere perfezionato l’accordo definitivo con la stessa Eni Acqua. Tuttavia il sindaco D’Ovidio spera di poter recuperare uno dei pozzi locali e quindi, almeno in parte, fornire ai riardesi l’acqua di Riardo. Sembra essere lontano, quindi, il tempo in cui nell’acquedotto di Riardo scorreva acqua “indigena”; con il passare degli anni, i due pozzi che alimentavano le condotte non sono risultati più idonei e sono stati sostituiti con quello di Pietramelara. Le amministrazioni comunali che hanno governato il paese non hanno mai attuato una politica capace di assicurare ai riardesi l’acqua di “casa propria”. Sarebbe bastato chiedere alle aziende che sul territorio di Riardo estraggono e imbottigliano, ogni anno, milioni e milioni di litri con le “bollicine”, la fornitura gratuita, a titolo di ristoro, dell’acqua. Ciò, purtroppo non è mai avvenuto e ora i riardesi bevono acqua di Pietramelara e fra poco quella di Cassino.

Inoltre, il paese della acque minerali non è stato mai capace di munirsi di un sistema di depurazione, così le acque reflue dei circa 3mila abitanti del piccolo borgo ai piedi del Monte Maggiore, finiscono direttamente nel torrente Rio Mastro. A completare il quadro della situazione c’è anche la mancanza di un adeguato sistema fognario capace di servire l’intero paese, lasciando scoperte proprio le abitazioni più vicine all’area delle sorgenti.

Ma c’è di più: nel paese della acque minerali non esistono fontane pubbliche. Da molti anni è impossibile dissetarsi per le strade del paese. Fu una decisione, assunta alcuni anni fa, dall’amministrazione comunale per evitare lunghe code ad ogni fontana. I rubinetti nelle piazze riardesi, infatti, venivano presi d’assalto, ogni giorno, a qualsiasi ora, da decine e decine di forestieri. Giungevano da ogni parte della provincia di Caserta e di Napoli per riempire numerose taniche con la preziosa acqua “riardese”. Non sapevano, però, che in quelle condotte di acqua di Riardo ne scorreva ben poca, anzi pochissima. Spesso per il mancato rispetto della fila, si innescavano accese discussioni; così l’amministrazione comunale dell’epoca, anche per motivi di ordine pubblico, decise di eliminare le fontane che rappresentavano, inoltre, anche un elevato costo per le casse comunali. Le uniche due fontane funzionanti sono quelle nel borgo antico, in una zona non raggiungibile dalle automobili. Insomma, Riardo sarà pure il paese delle acque minerali ma gli abitanti per poterla bere non hanno scelta: devono comprarla al supermercato. (Corriere Del Mezzogiorno – Giancarlo Izzo)

 

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un commento

  1. Certo che le amministrazioni comunali fanno gli interessi dei….cittadini!? Se ricordo bene, c’è un contratto tra la società che gestisce le sorgenti e il comune che impedisce a chicchessia d’attingere acqua per la cittadinanza tutta. Nessun consigliere comunale ha mai letto questo contratto? Per portarlo a conoscenza della cittadinanza?