Ultim'ora

PIETRAVAIRANO – Appalti e tangenti, processo Longa Manus: Di Duca e Cerbo scelgono di parlare. Tutti gli altri confermano gli interrogatori

toga-tribunale

PIETRAVAIRANO – Appalti e tangenti, il processo di primo grado sul caso Longa Manus si avvia verso la sentenza. Nell’ultima udienza, quella di qualche giorno fa, sono stati acquisiti i verbali degli interrogatori resi dagli imputati che hanno così rinunciato ad essere ascoltati dal giudice. Tutti tranne l’architetto Giuseppe Di Duca e l’imprenditore Pietro Cerbo che, invece, attraverso i loro legali, avrebbero confermato la volontà di essere ascoltati dai giudici. Quindi, dalla prossima udienza, fissata per la fine di questo mese, potrebbero essere ascoltati proprio Cerbo e Di Duca.   Il processo si snoda sui fatti che circa sei anni fa portano all’arresto dell’ex sindaco Dario Rotondo e di alcuni suoi assessori, tecnici e imprenditori. La Cassazione, inoltre, ha accolto anche il ricorso della Procura in merito alla posizione processuale dell’ex sindaco Dario Rotondo, dell’ex assessore Enzo Del Sesto e degli imprenditori Giovanni Zagaria e Gennaro Di Bello. Nei loro confronti la Cassazione, accogliendo il ricorso della Procura, ha stabilito che il Gup dovrà rivalutare la precedente decisione – quella assunta circa un anno fa – con cui venivano scagionati da alcuni reati minori all’interno della stessa vicenda. Secondo la Procura e secondo i giudici del riesame che hanno confermato successivamente l’impianto accusatorio, nei confronti delle 29 persone indagate ci sono diverse accuse fra cui spicca l’ipotesi di reato per “associazione a delinquere”, “concussione”, “corruzione”, “turbativa d’asta”, “truffa ai danni dello Stato”, “falso”, “abuso d’ufficio” e “incendio”. Secondo l’accusa Rotondo e Del Sesto avevano messo in piedi un sistema per pilotare le gare d’appalto dell’ente in favore delle due ditte dell’Agro Aversano, Di Bello e Zagaria. L’imprenditore Cerbo, invece,   provvedeva a monetizzare le tangenti. I tecnici Panarello e Di Duca avrebbero favorito, dirigendo numerosi lavori, le ditte evitando alle stesse “problemi” con il comune. Le indagini sono scattate nel 2007 e hanno tratto origine da una denuncia di un imprenditore che, nel rappresentare fatti circostanziati aventi ad oggetto richieste di “contributi” a fronte dell’affidamento di lavori pubblici da parte del comune di Pietravairano. Intanto, nel processo Longa Manus esiste già una condanna definitiva, quella inflitta all’ingegnere Giuseppe Panarello a cui la Cassazione ha confermato la condanna inflitta dai giudici dell’appello. Panarello è la prima figura del gruppo di persone coinvolte nella vicenda a chiudere la propria posizione; inoltre è l’unica che finora avrebbe ammesso parte delle proprie colpe, giustificando però il proprio comportamento con l’impossibilità di agire diversamente. Insomma, Panarello era costretto a comportarsi in quel modo per poter lavorare. Panarello, secondo l’accusa, insieme ad altri due colleghi, Giuseppe Di Duca e Valerio Mortellaro, faceva parte di quel sistema che è stato denominato “Diga”, una sorta di misura di prevenzione che i tre si affrettavano a prendere per impedire l’accesso di altre società o ditte negli appalti del comune e dunque proteggere gli affari di quelle uniche ditte che si aggiudicavano gli appalti attraverso un sistema davvero farraginoso e diabolico. La “diga”, secondo l’accusa, era uno sbarramento attuato dai tre tecnici, tra cui Panarello, per proteggere il sistema che gli amministratori, collusi con gli imprenditori corruttori, avevano attuato per mettere le mani sulla pioggia dei milioni di euro che arrivavano per i lavori pubblici. Per rifare le strade per ristrutturare edifici e scuole comunali per gli impianti di illuminazione e quant’altro pur arrivando le richieste di partecipazione di numerose altre ditte erano sempre quelle di Zagaria e Di Bello ad aggiudicarsi i lavori. Ciò avveniva con un sistema illegale messo in moto dai sodali che di fatto impediva l’accesso ad altre imprese reali, mentre per le gare d’appalto facevano passare proposte fittizie, offerte provenienti da società che sono poi risultate inesistenti a seguito dei controlli della GdF.

 

 

A

Guarda anche

SCHIFEZZE DI STATO: Poliziotto vuole fare sesso con un minorenne detenuto. Lui si ribella: massacrato di botte

Nel pestaggio avvenuto nel carcere minorile Beccaria di Milano sono coinvolti anche poliziotti del casertano …

7 commenti

  1. Azz, ma i soliti noti che stan sempre a commentare articoli su Pietravairano, su questo non dicono niente?

  2. Mattonella c’hai ragione qua preferiscono tacere hhi!!!

  3. verissimo mattonella…mi hai rubato il post….questa è la conferma della mala fede…altrimenti i famosi moralizzatori che al link del 26 aprile hanno postato oltre 120 commenti sotto a questo qualcosa dovevan pure dire…..ittateve a mare è meglio che fa caldo…

  4. Secondo me stanno cercando prove per affermare che in realtà è tutta colpa dell’amministrazione se quelli prima so stati inquisiti

  5. Ed ora cosa hanno da dire le due sorelle che durante lo svolgimento di un comizio urlavano ai quattro venti che gli era stata rovinata la vita, che i figli hanno pianto per queste persecuzioni, assumendo quasi la parte di vittima della della giustizia.
    Ed ora io rispondo ,da semplice operai che sono che non potete immaginare quando piu di una volta ho sentito dirmi dall ex ladrone ——- : qiando io vado in vacanza non porto niente da casa compro tutto sul posto e pago con carta di credito, Ebbene ti auguro che ti facciano marcire in galera brutto ladrone truffatore ,spero che per te non finisca qua.Sei comunque una ——-

  6. Franks…mi dispiace per te…perche scrivi queste cose!!! Hai talmente le palle per fare tali affronti personali?…..!!!!

  7. Frank….. Da dove ti viene l’odio che hai in corpo… Se queste persone ti hanno fatto qualcosa abbi le palle di affrontarle personalmente. Poi se è solo voglia di parlarne male ….. Per gettare sempre più fango sulle parsone che tu non puoi vedere …. Allora sei la parte più ……. Della feccia umana.
    Ravvediti perché con il tuo odio stai più male tu che loro