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RIARDO – BUFALE DOPATE, ASSOLTO BETTI. PESANTE CONDANNA PER ROMANO: 26 ANNI

tribunale

RIARDO –  Bufale “dopate”, il veterinario Antonio Betti è stato assolto. Il giudice ha ritenuto dio non dover procedere per avvenuta prescrizione. Infatti con la caduta dell’accusa di associazione a delinquere, tutti gli altri eventuali reati sono finiti nella prescrizione. Gran merito va all’avvocato difensore, Michele Mozzi, che è riuscito a convincere il giudice proprio sull’assenza di prove, raccolte dall’accusa,  per sostenere l’associazione a delinquere. L’assoluzione, per intervenuta prescrizione, è stata la sentenza nei confronti di altri diversi imputati. Pesante, invce, la condanna per Carmine Romano al quale il tribunale ha inflitto 26 anni di carcere. Deluse, in parte, quindi, le richieste del Pubblico Ministero che voleva, a carico di tutti gli indagati, condanne per 122 anni di carcere.  I reati contestati agli imputati erano, a vario titolo, l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacente del tipo Hashish e di Chetamina proveniente dall’Albania. Sono coinvolti  allevatori bufalini, veterinari e rappresentanti farmaceutici.  Il pm concluse la sua requisitoria con le seguenti richieste: assoluzione per Enrico Armini , rappresentante farmaceutico di Terni; 3 anni e sei mesi per Enzo Auriemma, veterinario; 3 anni e sei mesi per Antonio Betti, veterinario; assoluzione per Giancarlo Cerruti, allevatore di Cremona; 3 anni e sei mesi per Domenico Esposito, veterinario; assoluzione per Giuseppe Gallico; 4 anni per Giovanni Matarazzo; 5 anni e 6 mesi per Samuele Nuzzo; 26 anni per Carmine Romano; 12 anni per Emilio Antonio Romano; 14 anni per Mario Romano; 22 anni per Fredi Seferi; assoluzione per Lyudmyla Shulhach; 26 anni per Raffaele Siani; assoluzione per Maria Toscano. Il pubblico ministero avevaa chiesto per tutti l’esclusione dell’aggravante della finalità mafiosa. L’indagine che permise ai carabinieri del Nas di risalire alle stalle delle aziende bufaline in cui agiva questa presunta associazione criminale, ebbero inizio nel 2006, anno in cui gli investigatori individuarono alcuni allevatori che avrebbero usato i medicinali vietati con l’unico scopo di aumentare la produzione di latte. Poche ore fa la sentenza che chiude, positivamente,  per Antonio Betti una brutta vicenda.

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