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MONDRAGONE – Rumeno morto nel fiume, non fu incidente: ad ucciderlo il suo migliore amico

MONDRAGONE – E’ stato ucciso – da un suo connazionale – il rumeno finito nel fiume poche settimane fa. Lo hanno accertato i carabinieri che hanno individuato e arrestato il colpevole. Il  39 anni, agricoltore, nel nostro paese per lavorare e con moglie lasciata in Romania, era finito nel fiume Agnena ed annegato nella notte tra il 14 ed il 15 dicembre scorso. A dare l’allarme un suo connazionale. Un amico più giovane con il quale condivideva le ore libere dal lavoro. Questa la tragica fine di un’amicizia. Le ricerche del corpo in acqua sono subito iniziate con la collaborazione di tutte le FF.PP.. i sommozzatori dei Vigli del Fuoco, gli elicotteri di Polizia e Carabinieri, le motovedette della Guardia Costiera hanno scandagliato la foce del fiume, sorvolato il canale ed il mare e pattugliato chilometri di costa per 4 giorni, senza interruzione.   Il primo intervento dei Carabinieri ed il primissimo racconto del ragazzo che era con lo sfortunato scomparso non ha convinto i militari.  Un ritardo di 3 ore nel dare l’allarme e la fuga dal luogo del fatto i primi due elementi che stonano. Il ragazzo racconta di una passeggiata ed una bevuta in compagnia, iniziata a Mondragone e terminata, lungo le sponde del fiume Agnena. Qui sarebbe successo l’imprevedibile. Per ragioni che neanche lui riesce a spiegare, la tragica caduta in acqua. Da qui la fuga per tornare a casa sua dove racconta tutto alla madre e solo dopo chiama i Carabinieri.  I militari hanno ancora dubbi su quanto accaduto e non si accontentano.  Iniziano le indagini sotto la direzione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per capire meglio cosa è successo quella sera. Informazioni sul territorio, fonti confidenziali e testimonianze di cittadini italiani e rumeni che conoscevano i due e le loro “abitudini”. Sembra che la coppia non si faccia alcun problema ad organizzare e realizzare furti tra le abitazioni un po’ isolate della riviera domitia tra Mondragone e Castel Volturno. La spartizione della refurtiva di un colpo messo a segno poco prima ha creato qualche tensione tra i due. Chi li ha visti nella giornata della scomparsa del 40enne racconta di minacce e “cattive intenzioni” esternate dal giovane e riferite al suo connazionale. Una lite forse finita male.  Questo il complesso quadro nel quale si devono muovere i militari dell’Arma.  Alle prime ora dell’alba di domenica 22 dicembre terminano le ricerche. Lo sforzo corale di tutte le FF.PP. per molti giorni ha avuto il suo risultato. Il cadavere rinvenuto è quello del rumeno caduto la settimana prima. Forse la corrente ha spinto il cadavere a monte invece che a valle?  A seguire l’esame autoptico presso l’istituto di Medicina Legale di Caserta. Da qui la conferma che qualche cosa era successo prima della caduta. Sulla spalla sinistra, sul dorso e sulla mano destri segni inequivocabili di ferite da arma da taglio. Il medico legale dice che sono da ricollocare a prima della caduta in acqua. Per ANICULAESEI Sabin Petronel, rumeno del ‘93, il fermo di indiziato di delitto firmato dal Dott. Musto Domenico della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere con la pensante accusa di Omicidio Preterintenzionale.  Lo sforzo dei Carabinieri e della Magistratura, uniti al forte controllo del territorio, il tutto durante un periodo di festività, ha dato il suo risultato.  Per il rumeno si sono così aperte le porte del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

 

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