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TEANO – JORIT, PUTIN e le “fantozziane” trovate di PINA PICIERNO

TEANO – Tante volte, durante la sua lunga carriera politica, l’europarlamentare teanese Pina Picieno, è riuscita a conquistare la ribalta, soprattutto grazie a comportamenti incredibili che hanno fatto parlare di lei, non proprio in modo positivo, a lungo. Indimenticabile la colossale figura sul bonus di 80 euro per la spesa alle famiglie; su di lei si scatenò mezza Nazione. Tutti ricordano Picierno per “certe” affermazioni che in alcuni casi l’hanno fatta sembrare fuori dal mondo. Ma lei, Pina, se ne frega di tutti e di tutto, lei sa sempre da che parte stare per mantenere il potere, per garantirsi una elezione. E non ha mai sbagliato, finora. E probabilmente non sbaglierà nemmeno stavolta riuscendo ad ottenere la terza elezione consecutiva. Ma la sua azione politica cosa ha prodotto, fino ad oggi, per la Nazione? E per la Campania? Per la Provincia di Caserta? E per Teano?
Nei giorni scorsi Picierno si è scagliata contro Jorit (Ciro Cerullo) “colpevole” di aver esternato un giudizio su Putin non in linea con il pensiero unico dominante. Fulmini e saette contro l’artista: “Ho scritto alla Commissione europea e al Consiglio Ue chiedendo l’inserimento di Ciro Cerullo, in arte Jorit, tra gli individui sottoposti a sanzione da parte dell’Ue”.
Agli occhi di Marco Travaglio Pina Picierno è apparsa come Fantozzi, almeno così la descrive in un editoriale – dal titolo Pina Fantozzi – pubblicato ieri su “Il Fatto Quotidiano”:
“La vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno (Pd) comunica: “Ho scritto alla Commissione europea e al Consiglio Ue chiedendo l’inserimento di Ciro Cerullo, in arte Jorit, tra gli individui sottoposti a sanzione da parte dell’Ue. Già col murale di Mariupol aveva manifestato la sua adesione al disegno criminale e genocidario del popolo ucraino da parte di Putin e ieri ha dimostrato di essere uno strumento della propaganda russa”. Jorit è uno street artist napoletano di 34 anni famoso nel mondo che espone in musei prestigiosi ed è noto per l’impegno antifascista, antirazzista e pacifista. A Napoli, anche finanziato da Regione e Comuni targati Pd, ha ritratto Maradona, Floyd (il nero ucciso da agenti Usa) e una bimba rom. A Santiago, Neruda. A Sorrento, Lucio Dalla. A Betlemme, la detenuta palestinese Ahed Tamimi. In Russia, Gagarin e la Muti. Ma da quando nel 2023 ha osato decorare un palazzo distrutto a Mariupol, città-martire della guerra civile ucraina e poi dell’invasione russa, è diventato un nemico pubblico dell’Occidente perché il murale raffigura una bimba con gli occhi dei colori indipendentisti del Donetsk e sullo sfondo le bombe Nato e un simbolo antifascista. Ricordare che lì si muore ammazzati non da due, ma da dieci anni, non solo per mano delle truppe russe ma anche di quelle ucraine e dei miliziani neonazisti dell’Azov, è un peccato mortale nella “democrazia” ucraina e nelle nostre.
L’altro giorno, forse per reazione alle scomuniche “democratiche”, forse nell’ingenua speranza di contribuire alla pace, forse per aver sentito dire dai nostri governi che non siamo in guerra con la Russia, Jorit si è presentato al Festival della Gioventù di Sochi e si è rivolto a Putin, chiedendogli un selfie “per mostrare all’Italia che lei è un essere umano come tutti e l’arte può connettere i popoli e le nazioni”. L’autocrate l’ha chiamato sul palco, usandolo per la sua propaganda. Ma non poteva immaginare che, ad aiutarlo a travestirsi da sincero democratico contro l’Occidente illiberale, avrebbe provveduto Pina Fantozzi Picierno con l’ideona di sanzionare il giovane street artist, manco fosse la Bielorussia, l’Iran o un oligarca. Resta da capire quali sanzioni internazionali abbia in mente l’astuta pidina. Essendo piuttosto complicato un blocco dell’import-export europeo da e verso Jorit o un embargo di gas e petrolio ad personam (purtroppo è un artista, non uno Stato, e potrebbe andare in bici o su un’auto elettrica), si potrebbe vietare ai negozianti del quartiere di vendergli cibo (ma potrebbe ordinarlo online). O scrostare o riverniciare i suoi murales (moltiplicandone per mille il valore). O arrestarlo direttamente, per ribadire che Putin ci fa una pippa.

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