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Teano – Furti d’antichità: una perizia decisiva per l’avvocato con la passione dell’archeologia

Teano – Il valore complessivo delle opere rubate, secondo la Procura della Repubblica, si aggirava intorno al mezzo milione di euro.  Il giudice del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha deciso che dovrà essere un perito, nominato da lui stesso, ad esaminare l’antico busto sequestrato in casa dell’avvocato Gerardo Mastrostefano nell’ambito di una vasta operazione condotta contro i furti di antichità, alcuni dei quali commessi all’interno del museo sidicino e dell’antico anfiteatro. La decisione del giudice è stata assunta durante l’ultima udienza del processo; una decisione che ha portato allo stralcio processuale della posizione di Mastrostefano. Nella prossima udienza, fissata fra circa un mese, sarà conferito incarico al perito per la valutazione. Gli altri imputati torneranno in aula nel mese di gennaio 2024 quando sarà letta la sentenza l’emissione del verdetto.
Sul banco degli imputati sono finiti, oltre all’avvocato Gerardo Mastrostefano 57enne di Teano; l’infermiere Emilio Autieri 72enne di Teano; Massimo Aversano, 50enne di Teano; Luca Compagnone, 45enne di Teano; Domenico De Biasio 26enne di Teano; Antonio Pane, 29enne di Teano accusati a vario titolo di ricettazione di reperti archeologici e furto aggravato dall’utilizzo di una minorenne. L’indagine dalla quale è nato il processo fu condotta dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli con la collaborazione degli uomini della Compagnia di Capua. Scattò nel gennaio 2016 seguendo le tracce di un furto commesso nel Museo Archeologico di Teano dove venne sottratta una lucerna in terracotta apposta su una tomba cappuccina.
I militari dell’arma – guidati dal maresciallo Forziati, allora comandante della stazione di Teano –  risalirono ai responsabili di quel furto compiuto il 13 gennaio 2016 ad opera di Antonio Pane, Domenico De Biasio e di una ragazzina che venne impiegata per un altro furto di reperti archeologici consumatosi presso il Teatro Romano di Teano.
Seguendo gli imputati scoprirono il sistema di furti non solo di opere antiche ma anche di porte, sedie e attrezzature da giardinaggio, nonché il meccanismo di vendita illegale a professionisti e le varie correlazioni con gli altri imputati. A casa del sanitario Autieri i carabinieri rinvennero circa 170 reperti depredati dal Teatro Romano e dal Museo Archeologico di Teano. Nella casa di Mastrostefano venne rinvenuto un busto maschile in marmo di epoca romana e nella casa paterna circa 33 opere.

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