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Pietramelara – Il Palazzo Ducale diventerà il “Palazzo della Cultura”: il valore etico di una “nuova politica” lungimirante anche per l’intera Alta Terra di Lavoro

Pietramelara – La dimora Paternò – Caracciolo diventerà il Palazzo della Cultura, un biglietto da visita importante e prestigioso per i Pietramelaresi e per tutto il territorio. La costruzione del Palazzo nella parte bassa, secondo le fonti più accreditate, sarebbe iniziata per volontà dei Monforte dopo il sacco di Pietramelara del 1496 per essere poi completato da donna Faustina Colonna. Si tratta di un’opera maestosa tra le più importanti dell’alto casertano; testimonianza della vitalità rinascimentale dell’alta “terra di lavoro” oltre che prestigiosa residenza del duca Lucio Caracciolo, capitano delle milizie del Re. Il 7 Maggio 1835 il Re Ferdinando II in persona varcò la soglia del palazzo per far visita al Duca Lucio Caracciolo. La parte più importante che regala prestigio nobiliare al palazzo ducale di Pietramelara – oggi oggetto di lavori di recupero in fase di ultimazione – è senza dubbio rappresentata dal “Piano nobile” che solo fino a pochi decenni fa sembrava inesorabilmente destinato all’abbandono. La perla del piano nobile è il maestoso salone d’onore denominato “Re Ferdinando II” proprio a ricordare l’evento della venuta del Re a Pietramelara. Il salone nobile che tra gli ospiti più importanti annoverò il generale Dwight D. Eisenhower (colui che sarebbe diventato presidente degli Stati Uniti) è stato recuperato grazie alla lungimiranza e alla tenacia delle amministrazioni locali che hanno mosso i passi giusti per avviare al recupero l’intero complesso edilizio monumentale dando vita ad una nuova politica, più attenta alla storia e alle radici identitarie del Comune di Pietramelara dedita al dovere di restituire il patrimonio storico/architettonico alla cittadinanza. Il primo passo per il recupero del sito risale al 1999 con la prima amministrazione del Sindaco Pasquale Di Fruscio che riuscì ad ottenere un primo importante finanziamento ministeriale per mettere in sicurezza le parti strutturali che erano state danneggiate dal terremoto del 1980. La stessa amministrazione “Di Fruscio” diede avvio al programma di restituzione al pubblico del piano nobiliare del palazzo avviando il processo di acquisizione al patrimonio pubblico. Quel programma di alto valore etico e politico venne successivamente condiviso dall’amministrazione “Leonardo” la quale proseguì in medesima direzione. Un altro importante passo in avanti si verifica nel 2018 con la nuova amministrazione a guida “Di Fruscio” capace di ottenere dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri le risorse per il recupero completo e il riuso del bene che addirittura veniva riconosciuto di “rilevanza nazionale ed inserito tra le bellezze monumentali nazionali. Nel 2019 iniziano le nuove opere, sia quelle rivolta a mettere in protezione l’intero complesso anche mediante il rifacimento delle coperture, sia quelle di ristrutturazione e recupero architettonico della parte nobile. Si danno corso a tutte le opere per il recupero degli appartamenti e degli spazi distribuiti su due livelli, con la realizzazione di un nuovo sistema di illuminazione, il rifacimento di tutti gli infissi, compresi tutti gli antichi finestroni, il recupero degli affreschi originari più importanti e il rifacimento del cortile antistante lo scalone di ingresso. Vengono poi realizzati gli impianti di amplificazione e di allarme con la creazione di ambienti adeguati ad ospitare esposizioni museali, concerti, mostre e convegni. Importante sottolineare che con delibera di Consiglio Comunale proposta dall’amministrazione guidata dal sindaco “Di Fruscio” il salone “Re Ferdinando II” è stato destinato a sala consiliare del Comune e sala per ricevimenti pubblici. Tutti i lavori predetti, nonostante la notevole complessità tecnica e i rallentamenti dovuti al Covid-19, sono in via di ultimazione ed oggi si può dire che il monumento più prestigioso dell’alto casertano, la sua solennità, la sua bellezza e la sua storia, sono salvi. Ed è stato salvato anzitutto il bene monumentale da quel terrificante abbandono a cui sembrava irrimediabilmente relegato. Si restituisce, finalmente, il bene alla città affinché possa diventare per essa la risorsa più importante, fonte di attrazione dinamica per i flussi di turisti, sempre più costanti e numerosi, affascinati da tanta bellezza e dalla storia di luoghi magici e incontaminati. A lavori ultimati tutto questo sarà dettagliato e verrà presentato in un volume che ricostruirà il percorso della storia del Palazzo ducale e il valore etico di una “nuova politica” fatta di scelte lungimiranti, di lavoro tenace che alla fine si rivela capace di cose che sembravano impossibili. Per farlo occorre tralasciare l’effimero e mettere al centro ciò che costituisce ricchezza vera, in questo caso non solo per il Comune di Pietramelara ma per l’intera “Alta Terra di Lavoro”: il palazzo ducale di Pietramelara, nobile dimora del grande duca Lucio Caracciolo, tornerà a farsi ammirare nella sua maestosità e bellezza.

Nota a cura del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale

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