Ultim'ora

CASAL DI PRINCIPE – Brusca, il killer di Falcone, svela i legami fra casalesi e corleonesi

Casal di Principe  ( Maria Giovanna Pellegrino) – Mafia e Casalesi il patto di ferro tra corleonesi e gli Schiavone dopo il summit che vide protagonista l’ex primula rossa Michele Zagaria con il figlio di Sandokan Nicola Schiavone, il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione presieduta dal dottor Luigi Picardi, a latere i giudici Valentina Giovaniello e Nicola Paone) ordina l’esame del pentito di mafia Giovanni Brusca “lo scannacristiani” così chiamato per la sua crudeltà, oppure “u verru”, il porco l’uomo che ha ucciso Giovanni Falcone. Brusca dovrà dunque testimoniare contro i casalesi contro il supeboss Michele Zagaria e Nicola Schiavone. Il suo interrogatorio insieme a quello di altri collaboratori mafiosi quali Gaspare Mutolo, Giuseppe Marchese e Francesco Di Carlo, è stato chiesto dal pm della distrettuale di Napoli Alessandro D’Alessio. L’udienza per sentire i quattro collaboranti è stata fissata per il prossimo 23 settembre. La testimonianza di Brusca, imputato di reato connesso in questo procedimento, dovrà chiarire la posizione ed i rapporti di Gaetano Riina fratello del capo dei corleonesi, Totò.  I pentiti dovranno spiegare gli affari ovvero  il business miliardario sulla frutta e gli ortaggi organizzato dai casalesi grazie al braccio dei corneolesi. Ieri l’udienza è stata piuttosto animata, sia perché gli avvocati sono stati spiazzati dalla decisione di Francesco Schiavone detto Cicciariello, cugino omonimo di Sandokan, di voler celebrare il processo nonostante l’astensione dei penalisti, sia dalle richieste per integrare le prove a fine istruttoria dibattimentale. La decisione di Cicciariello di acconsentire alla trattazione del processo nasce dal fatto che egli è imputato insieme al suo rampollo Paolo, tuttora detenuto il quale si è legato alla famiglia Albero di Caserta per averne sposato la figlia. Cicciariello, difeso dagli avvocati Romolo Vignola e Paolo Pascarella Dell’Aquila, ha sempre parlato dell’estraneità di Paolo ai fatti contestati. Presenti in uala anche gli avvoati Delio Iorio, Paolo Caterino, Luigi Trocciola. Assente perché impegnato in un altro processo per l’omicidio Salzillo il boss Nicola Schiavone il figlio primogenito di Sandokan. Questo processo è nato da una costola dell’operazione “Sud Pontino” a seguito delle quale vennero emesse numerose ordinanze di custodia cautelare a carico di indagati ritenuti appartenenti a diverse organizzazioni di tipo mafioso operanti in Campania e Sicilia, tra cui Gaetano Riina. Tra gli altri finirono in carcere anche pericolosi anelli di congiunzione con il clan Mallardo di Giugliano e con Cosa Nostra: Francesco Napolitano, Patrizio Picardi e Pasquale Coppola e il siciliano Carmelo Gagliano. Il processo istruito dal pm cesare Sirignano hanno fatto emergere l’esistenza di un asse tra Camorra e Cosa Nostra per il controllo del mercato dell’ortofrutta e i trasporti su gomma in gran parte del centro-sud, ma anche traffico di armi da guerra.  Da una parte i Casalesi tramite la gestione monopolistica di una agenzia, “La Paganese”, che controllava tutti i trasporti dei prodotti ortofrutticoli relativamente ai mercati di Palermo, Trapani, Catania, Gela e Fondi, e dall’altra i siciliani che vedevano il libero accesso dei loro prodotti nei mercati della Campania e del Lazio con prevalenza rispetto agli altri operatori del medesimo settore. Preziose per le indagini sono state proprio le testimonianze dei pentiti Gianluca Costa, uomo di fiducia di Pagano; di Francesco Cantone e di Salvatore Laiso fedelissimo di Schiavone che sottostava agli ordini di Roberto Vargas e di Francesco Della Corte

Guarda anche

IL TESORO DELLA CAMORRA – Sequestro da 290 milioni di euro al clan

I militari dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna stanno dando …