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CAPUA – IL GASSIFICATORE SI FARA’: PARTONO GLI ESPROPRI DEI FONDI. CADE IL “NO” DELLA REGIONE

CAPUA  — Solo un paio di giorni fa, il presidente della commissione Trasparenza, Nicola Caputo, aveva diffuso un comunicato tranciante: «Ormai è chiaro, non ci sono più le condizioni per la realizzazione del gassificatore di Capua. L’assessore all’Ambiente Giovanni Romano ha ribadito che il sito è inidoneo». Ma in realtà, il commissario ad acta nominato dalla Regione per accelerare l’iter dell’impianto di trattamento termico dei rifiuti, il preside della facoltà di Ingegneria della Sun, Michele Di Natale, è deciso a portare a termine il mandato. E lunedì prossimo adotterà l’ultimo provvedimento prima del bando di gara per il project financing. Con un parere pervenuto il 20 giugno, infatti, l’Avvocatura dello Stato ha indicato la strada per superare l’empasse derivante dalla querelle sulla titolarità dell’area tra il Comune di Capua e l’Asl Napoli 1. E’ stato chiarito che al commissario competono anche «le procedure strumentali per l’acquisizione delle aree necessarie». E quindi «il potere espropriativo». Ma non solo: una volta imposto il «vincolo preordinato all’esproprio», lo stesso commissario potrà delegare «in tutto o in parte» i suoi poteri al concessionario.  Per cui lunedì mattina Di Natale modificherà il disciplinare, attivando la procedura di esproprio in luogo della compravendita che era stata definita tra Gisec e Comune di Capua. E poi consegnerà la documentazione al Provveditorato delle opere pubbliche, che materialmente procederà al bando. Il contenzioso tra Comune e Asl Na1 potrà proseguire senza intralciare il percorso: le somme per l’esproprio saranno accantonate. Resta la questione politica, il contrasto paradossale tra il commissario e la Regione. Ancora più assurdo se si considera la grave carenza negli impianti per il trattamento dei rifiuti indifferenziati (se non è riesplosa l’emergenza è solo per i conferimenti fuori regione, che nel 2013 ammonteranno ad almeno 600 mila tonnellate) e la sanzione Ue da 256 mila euro al giorno. Lo scontro si era conclamato nell’audizione del 7 maggio, quando Di Natale, che avvertiva evidentemente l’ostracismo dell’ente, aveva messo a verbale queste parole: «Vorrei che la politica mi desse una risposta chiara: caro commissario, rassegnati… Andranno bene gli elementi tecnico-amministrativi, ma non l’elemento politico. L’impianto non si fa. Prendo le carte, vi saluto, vi ringrazio e torno a fare il mio mestiere. Però me lo dovete dire. Se non me lo dite, è una grave mancanza da uomo a uomo, oltre che da istituzione a istituzione. Se la Regione non crede nei piani che ha approvato, lo dicesse: non si deve nascondere». Questa la replica dell’assessore: «Non glielo deve mettere per iscritto nessuno. Se nel corso della sua attività si trova di fronte a situazioni che le confermano in maniera incontrovertibile l’improcedibilità, dovrebbe essere lei a scrivere a chi le ha dato la carica». (Pietro Falco – CorMez)

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