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VITULAZIO – Estorsione alla Dhi, condannati

VITULAZIO (maria giovanna pellegrino) – “Se vuoi lavorare con tranquillità ti conviene metterti a posto con gli amici di Casale”. Sono bastate queste intimidazioni anche solo verbali a far condannare due picciotti della famiglia Schiavone che per conto del clan si erano presentati dai fratelli Alessandro e Alberto Di Nardi di Capua titolari  della D.H.I. , la società che si occupa del servizio di raccolta dei rifiuti presso il comune di Santa Maria Capua Vetere e Maddaloni.  Ieri il gup D’Auria del tribunale di Napoli ha comminato una pena di quattro anni a  Benito Natale, 39enne di Grazzanise. Per lui il pm Luigi Landolfi della Dda di Napoli aveva chiesto una pena di otto anni. Per gli stessi fatti, ossia per tentata estorsione,  questo il reato contestato dalla Distrettuale, è stato condannato anche Maurizio Fusco 32 anni di Bellona, a una pena di quattro anni e quattro  mesi. Per Fusco,  ritenuto dalla Dda il nuovo capoclan dell’Agro Caleno, il pm aveva chiesto dieci anni di galera. Per la difesa sono stati impegnati gli  vvocati Francesco Parente e Giuseppe Stellato. Sia Natale che Fusco vennero arrestati nel mese di agosto dell’anno scorso a seguito di un fermo emesso dalla procura distrettuale a seguito di un’attività di indagine che era in corso da parte degli investigatori del nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Capua.  Dopo i fermi vennero emesse le misure cautelari ed ieri è stato celebrato il giudizio immediato con rito abbreviato. Secondo le accuse  la società D.H.I. avrebbe dovuto pagare un pizzo di 3mila euro al mese a Fusco che si sarebbe presentato quale referente dei casalesi. A prova di quanto contestato vi è stata la denuncia delle parti offese e le intercettazioni ambientali e telefoniche. Fusco in sede di convalida del fermo  si  protestò estraneo ai fatti denunciati. L’indagato riferì che presso la ditta D.H.I. che egli conosceva si era presentato per rivendicare l’anzianità di lavoro da parte  del fratello Giuseppe che per quella società aveva prestato servizio ed avanzava dei pagamenti. Fatti che non hanno convinto il giudice che non ha modificato lo status di Fusco.  Nell’ordinanza che venne spiccata dal gip napoletano su richiesta della Distrettuale oltre alle denunce delle vittime e  alle intercettazioni vi erano anche diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia per far luce sul personaggio implicato nella vicenda.   Verbali in cui il pentito Roberto Vargas afferma di conoscere molto bene Fusco e di aver appreso da Alfonso Cacciapuoti  che Fusco era stato incaricato direttamente da Schiavone di occuparsi delle tangenti per i comuni di Bellona, Vitulazio e di  quelli limitrofi. Oltre a Vargas di lui parla anche Salvatore Di Giovanni che lo indica come uno dei referenti dei casalesi. A questi sono state aggiunte le dichiarazioni di Chierchiello e Raimondo che indicano Fusco come il nuovo  capoclan dell’agro Caleno.

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