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VAIRANO PATENORA – Politica amministrativa: in risposta al manifesto della maggioranza parla Vairano Libera

VAIRANO PATENORA – In questi giorni di festa, è con grande stupore e rammarico che abbiamo notato l’affissione di un manifesto da parte degli amministratori di Vairano e la strumentalizzazione di quello che sarebbe dovuto essere un semplice augurio di un Buon Natale, giorno simbolo di pace, redenzione e di serena convivenza. L’Augurio del Movimento Vairano Libera è quello che, anzichè continuare ad utilizzare la retorica vittimistica come strumento di condizionamento politico, si cominci ad assumere un atteggiamento di responsabilità e serietà in merito alla poca trasparenza dell’operato dell’amministrazione. Il movimento Vairano Libera e il consigliere Moreno, chiamato direttamente in causa, si riservano di chiarire con una pubblica intervista tutti i punti indicati nel succitato manifesto. Patetici, ridicoli e menzogneri perché le mie denunce hanno trovato conferma in un’ampia informativa dei carabinieri del NOE, in una recente sentenza della Corte dei Conti (la n. 11 del 2016) e in una delibera di ben 11 pagine dell’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone, che non aveva nessun interesse a confutare una gara farlocca per far aggiudicare la manifestazione di interesse ad una ditta senza requisiti dicendo – il sindaco – che avrebbe potuto ricorrere all’avvalimento. E nessun parere potrà smentire quanto, con ampia cognizione di causa, ha affermato Raffaele Cantone, e tutti risponderanno del proprio operato. E vorrei ribadire, una volta per tutte, che Vairano Libera vuole il recupero e la valorizzazione del Castello e del Borgo Medievale ma sulla base di una procedura trasparente, imparziale e rispettosa della legge, facendo concorrere ditte qualificate con affidamento a seguito di un bando europeo e senza nessuna speculazione turistico/commerciale per fare arricchire i soliti noti con la dismissione del suolo attraverso la cessione del diritto di superficie per 89 anni. L’art. 211 del D. Lgs. 50/2016, meglio noto come Codice degli appalti, disciplina l’istituto dei pareri di precontenzioso. Il secondo comma di detta norma affida all’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) il compito di rilevare un possibile vizio di legittimità negli atti di una procedura di gara. In tal caso, è tenuta ad indirizzare una raccomandazione alla stazione appaltante, invitandola ad agire in autotutela e rimuovere gli effetti degli atti illegittimi entro un termine non superiore a 60 giorni. Si tratta di un atto vincolante. Il mancato adeguamento comporta da un lato effetti negativi sulla reputazione della stazione appaltante in riferimento al sistema disciplinato dall’art. 38 CA e dall’altro l’irrogazione di una sanzione amministrativa pecuniaria a carico del dirigente responsabile dell’inadempimento. Questa è la realtà delle cose, il resto sono chiacchiere che lasciano il tempo che trovano

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