Roccaromana – Le fiamme, durante la notte appena trascorsa, hanno avvolto e completamente distrutto la vettura di Vittoria Longo, conosciuta come la Brigantessa per il suo impegno in favore della causa Borbonica e, soprattutto, per il ripristino della verità storica sull’invasione e il saccheggio subito dal nostro Meridione ad opera del colonizzatore Piemontese. L’auto, praticamente nuova, era ferma davanti l’abitazione della professoressa. Pochi i dubbi sull’origine dolosa del rogo. Saranno i carabinieri della stazione di Pietramelara a chiarire ogni aspetto della vicenda.
La professoressa Vittoria Longo, conosciuta come la brigantessa di Statigliano, frazione del Comune di Roccaromana, scrittrice e ricercatrice, apprezzata per le sue pubblicazioni sul Risorgimento e il Brigantaggio, e per il suo romanzo “Come un chicco di grano”, dopo aver subito una serie di avvertimenti e minacce più o meno velati, come lei ci dice, sarebbe stata oggetto di un atto dal sapore chiaramente intimidatorio: la sua auto, parcheggiata dinanzi casa, nel terreno recintato e chiuso di sua proprietà, questa notte è bruciata, forse data alle fiamme da ignoti.
Da noi rintracciata e interpellata, la brigantessa ci ha detto di essere stata informata dell’accaduto e che sono in corso le indagini da parte dei Carabinieri prontamente intervenuti sul posto; lei si trova attualmente fuori, ma che, alla notizia del fatto, ha già predisposto tutto per il suo immediato rientro.
La professoressa e il suo compagno, nei mesi scorsi, pare siano stati oggetto di intimidazioni, offese e minacce, aggressioni e tentativi di tamponamenti volti a far perdere il controllo della vettura.
Su questi fatti, però, non ha voluto fornire altre informazioni, perchè sono già in corso indagini a seguito di denuncia querela.
Senza collegamenti e/o responsabilità, ma soltanto come consequenzialità temporale, ci dice che tutto sarebbe iniziato dopo alcune sue prese di posizione nei confronti delle modalità di conduzione della mensa scolastica, del mezzo di trasporto utilizzato e dei locali ad essa adibiti.
Se il fatto avvenuto dovesse essere doloso, come a primo acchito appare, è bene che le forze dell’ordine stronchino fin dal loro apparire questi fenomeni, andando ad individuare il responsabile. Tra l’altro, dalle notizie che ci giungono, il fatto sarebbe successo dopo le ore 2,30 di questa mattina e, alla temperatura della nottata, certamente non apparirebbe probabile che possa trattarsi di autocombustione.
Prima di lasciarci, al telefono, la professoressa ha voluto precisare che qualora, come appare, si tratti di un attentato intimidatorio, esso non ha sortito altro effetto che rafforzare le sue convinzioni sulla legalità e sulla trasparenza, perchè come il Giudice Borsellino docet: “chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”.
Alla domanda se avesse dei sospetti, lei ha risposto: “ I sospetti?” Io potrei avere anche delle certezze, ma spetta al magistrato leggere i verbali, le carte e le testimonianze e dare le risposte. Confermo, da educatrice, tutta la mia fiducia nelle forze dell’ordine e nell’operato della Magistratura.
Una sola cosa, in ogni caso voglio precisare, se dietro i fatti successi ci dovesse essere un tentativo di chiudermi la bocca dinanzi a soprusi , intimidazioni e malefatte e ridurmi al silenzio, allora, potete scriverlo a chiare lettere, questa finalità non è stata conseguita, anzi…”.
Alla professoressa va la solidarietà, certamente necessaria in questa circostanza, di tutti i cittadini onesti di Statigliano, consapevoli che fatti di questo genere mettono a dura prova gli onesti e quanti credono nella giustizia, ma, tuttavia, servono anche da sprone a non arrendersi alle intimidazioni.
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