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RIARDO – SCOPERTO NUOVO SITO ARCHEOLOGICO SULLE COLLINE DELLA FERRARELLE

RIARDO – Un nuovo sito archeologico è venuto alla luce sul territorio di Riardo. E’ bastata un’aratura più profonda per riportare in superficie resti antichissimi fra cui cocci di vasi a vernice nera, terrecotte, contenitori, tegole, vasi e rocce ben levigate e squadrate. Rapidissimo il sopralluogo della Soprintendenza di Caserta – attraverso il funzionario Antonio Salerno responsabile dell’ufficio dei Beni Archeologici di Calvi Risorta –  che ha delimitato la zona e inviato la necessaria comunicazione ai proprietari del fondo e ai carabinieri di Pietramelara, competenti per territorio. Immediatamente sospeso ogni intervento sul fondo agricolo in attesa di ulteriori accertamenti da parte della Soprintendenza. La scoperta, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe assumere una grossa importanza anche in considerazione della sua ubicazione. La prima ipotesi indicherebbe la presenza di una struttura – probabilmente una grossa villa fortificata. Il sito si trova nei pressi del “Campo dei Monaci” e vicino alle sorgenti dell’Acqua Ferrarelle. Un punto dove gli insediamenti sono stati presenti sin dai tempi antichissimi, ininterrottamente. Una zona dove – grazie alla presenza di acque termali – gli antichi patrizi romani venivano per curarsi immergendosi in ampie e decorate vasche realizzate vicino alle sorgenti di acqua frizzante e sulfurea. Alcune antiche piscine – quasi tutte decorate con finissimi mosaici – sono ancora là, a testimoniare l’importanza dell’area, altre, invece, sono state cancellate. Campo dei Monaci è ricordato anche per la presenza di un piccolo convento realizzato dai monaci dell’Abbazia della Ferrara – ubicata nella vicina Vairano Patenora –  i quali per evitare la malaria, nel periodo estivo, si trasferivano sulle colline di Riardo. Qui, potevano godere di un clima migliore e coltivare, su quelle piccole colline, legumi, in particolare ceci e fagioli per garantirsi adeguate scorte invernali. La struttura estiva dei monaci cistercensi di Vairano Patenora era chiamata “Ferrarella” cioè piccola Ferrara.  Il nuovo sito scoperto a Riardo è ubicato su una linea che idealmente unisce il tempio di Monte Grande con quello di Monticello. E’ a circa un chilometro dal “Lagoscello”, un’area dove la Soprintendenza, qualche anno fa, ha riportato alla luce una necropoli che gli esperti datano fra il V e il IV secolo avanti Cristo. Particolarmente interessante il materiale  rivenuto in una tomba: vasi finemente decorati, oggetti in oro e bronzo e tutto il corredo funerario di una donna di alto rango, probabilmente una principessa.  Un sito, quello di Lagoscello,  di cui non si conosceva l’esistenza e che potrebbe servire a riscrivere la storia dell’intera zona.  Un’area, devastata dai tombaroli capaci, in una sola notte, di individuare e scavare, diverse decine di antiche sepolture. Bande ben organizzate hanno  localizzato e  depredato oltre 300 sepolture. L’incuria e l’abbandono potrebbero cancellare ciò che resta dell’antica  Abbazia della Ferrara. E’ minacciata di crollo persino la cappella funeraria di Malgerio Sorel; prima badia cistercense nel regno di Napoli, fu luogo di culto, fortezza e azienda agraria. Il papa Celestino V, quello del gran rifiuto,  per 18 anni vi studiò prima di partire per Roma dove fu ordinato sacerdote. All’intero spicca il ritratto che raffigura la sepoltura di Malgerio Sorel – nobile del tempo che si fece monaco dopo aver donato ogni avere; nel ritratto si scorge anche il papa Celestino V, che assiste al funerale dell’amico.

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2 commenti

  1. Gentile redazione,
    sono un abitante del paese di Riardo e sono Laureata in Conservazione dei Beni culturali. Facendo all’autore dell’articolo i complimenti per le notizie precise che ha fornito, volevo chiedere se fosse possibile avere, magari in privato attraverso la mia mail, informazioni sulle fonti da cui ha tratto queste informazioni,poiché ho trattato dell’Abbazia della Ferrara nella mia tesi di laurea e queste connessioni potrebbero aggiungere valore alla mia ricerca che ancora procede.

  2. Carissimo voglio come sempre complimentarmi con Te per la precisione dei tuoi articoli e di come ci arricchisci culturalmente sulla storia del nostro “paesino”.
    Cari saluti e Buon lavoro.