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ROCCAROMANA – Inquinamento, dissequestrata l’azienda Manfellotto

roccaromana. “A Roccaromana tolti i sigilli all’azienda Manfellotto ed assolto Angelo Amato. Anche la magistratura ha riconosciuto le ragioni dell’azienda zootecnica Manfellotto di Roccaromana, in provincia di Caserta.  Il 6  dicembre 2011, infatti, i Carabinieri avevano arrestato Angelo Amato in qualità di conducente del trattore della società utilizzato, secondo l’accusa, per trasportare dei liquami che sarebbero stati poi illecitamente sversati su un terreno sito nella stessa zona e di proprietà dell’azienda. La stessa azienda, conseguentemente, era stata sottoposta a sequestro penale unitamente a tutti gli automezzi ed al terreno in questione. Ebbene, come aveva sostenuto il legale di parte Emilio Russo, il processo per direttissima ha evidenziato infine come tutte le attività dell’azienda si svolgano invece in totale legalità e l’imputato è stato quindi assolto dal Tribunale di Carinola  perché il fatto non  sussiste. Contestualmente, è stato disposto il dissequestro dell’azienda zootecnica, del terreno oggetto del presunto sversamento illecito e dei mezzi sequestrati. Non bastasse, oltre ai periti di parte anche l’ARPAC ha confermato che i liquami in questione non erano affatto nocivi, restituendo quindi piena credibilità all’azienda anche nei confronti dei fornitori e dei residenti di Roccaromana.  La Manfellotto del resto è autrice di un indotto che ogni anno garantisce lavoro a quasi cento famiglie sul territorio ed è nota in tutta Italia per la serietà con cui gestisce la sua attività. Non a caso, all’interno della struttura si rinvengono oltre cinquecento animali altamente selezionati e seguiti costantemente da uno staff di veterinari con l’ausilio dei più moderni ritrovati.
“Dispiace – ha concluso la titolare dell’azienda Manfellotto – constatare un palese preconcetto nei confronti di chi produce in un momento di crisi globale, con i costi che lievitano ed i ricavi che si assottigliano. Immagino che sarebbe bastato limitarsi a prelevare un campione del terreno, senza precipitarsi a trattare come pericolosi criminali noi ed i nostri collaboratori. Infatti le analisi chimiche espletate, anche dall’ARPAC, sui campioni di terreno hanno confermato che tutto rientrava nella norma. E’ evidente e grave l’ignoranza in materia da parte di chi sarebbe preposto a tutelare tutti noi, e che invece purtroppo si è dimostrato incompetente sulla normativa al punto da causare danni economici e disagi ad aziende, allevatori ed agricoltori”.  (comunicato stampa a cura di Cristina Cennamo)

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