Ultim'ora

CAIAZZO – Licenze edilizie, il Tar condanna il “comune lumaca”

caiazzo. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania (Sezione Ottava) ha accolto il ricorso numero di registro generale 3663 dl 2007  preposto da Pezone Raffaele, rappresentato e difeso dall’avvocato Luigi D’Angiolella, contro il comune di Caiazzo, per l’annullamento del provvedimento di non accoglimento della pratica D.I.A.  Con ricorso iscritto al n. 3663/2007, Pezone Raffaele, proprietario di un fondo sito in Caiazzo e precisamente in località Monte Carmignano, occupato da due fabbricati rurali in parte diruti, impugnava, chiedendone l’annullamento, il provvedimento prot. n. 3478 del 27.03.2007 con cui il Comune di Caiazzo gli comunicava il non accoglimento della pratica d.i.a assunta al prot. n. 13976 del 6.12.2004 , ed il parere della commissione edilizia integrata.
In data 4.06.2004 prot. 5248 aveva mandato  una prima comunicazione per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione edilizia e ripristino statico ex art. 22 d.p.r. n. 380/2001.  Tale pratica  era stata sospesa dal Comune con nota prot. 7129 del 25.06.2004 in attesa di conclusione dell’iter di approvazione di vincolo storico ex artt. 10,12, e 14 d.lgs. n. 42 in presenza di beni costituenti teatro di un eccidio nazista alla fine della seconda guerra mondiale. Dopo  aver rinunciato a tale  pratica, con istanza assunta al prot,. 7884 del 17.07.2004, aveva successivamente presentato un nuovo progetto di restauro di tipo solo conservativo, e che detto progetto aveva preventivamente beneficiato del parere favorevole con prescrizioni da parte della Soprintendenza, che mirava a preservare la staticità del fabbricato, senza modificarne l’antica estetica al quale teneva il comune caiatino.  In più la Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici della Campania dichiarava l’interesse storico degli immobili in questione.
Il Comune, pur conoscendo l’atto di assenso della Sovrintendenza, ha risposto solo  dopo due anni e mezzo, per cui, alla luce del decorso del tempo, dopo trenta giorni, si è formato il silenzio che la legge qualifica come titolo abilitante all’intervento. Nell’iter avviato dal Comune di imposizione del vincolo storico sugli immobili in oggetto, la Sovrintendenza con nota prot. 16306 aveva sollecitato l’amministrazione comunale a volerle trasmettere, per il preventivo esame e parere, ogni istanza di intervento relativa agli immobili in argomento. I lavori assentiti dalla Soprintendenza nel parere favorevole reso richiedevano l’osservanza di talune prescrizioni di natura tecnico costruttiva atte ad assicurare la conservazione dei manufatti, che  rientrano  tra gli immobili denominati Masseria Monte Carmignano o Marselli e Masseria Albanese che  sono stati dichiarati di interesse particolarmente importante come da proposta della Soprintendenza.
Dalla relazione storico artistica in atti si ricava che le due masserie vincolate corrispondono a due edifici rurali, uno più grande ed uno più piccolo, in cui erano stati rinvenuti i cadaveri di 23 persone uccise il 13 ottobre 1943 dall’esercito tedesco prima del ritiro di fronte all’avanzata dell’esercito alleato.
Ivi si attesta inoltre che l’identificazione del sito del massacro con i due edifici in oggetto era documentata da fonti orali e dai grafici redatti dalla Commissione di inchiesta americana, e che i due edifici andavano tutelati per dette ragioni storiche nonché poiché contraddistinti dall’assetto tipologico ed architettonico tipico dell’architettura tradizionale rurale del Medio Volturno, di cui conservano inalterato l’assetto esistente all’epoca dell’eccidio.
Per questo sono divenuti simbolo della barbarie nazista, in quanto luogo di una delle più efferate strage di civili perpetrate durante la seconda guerra mondiale, e monumento di valori civili e politici della Liberazione. Sono  stati riconosciuti di interesse culturale particolarmente importante in quanto riferibili alla storia delle comunità locale.

SENTENZA TAR.
Alla luce dei fatti, in data 22 maggio 2012 il Tar di Napoli ha condannato il comune di Caiazzo al pagamento delle spese processuali, di euro 1500 ed al compenso che spetta al geometra Clemente Di Matteo, pari a euro 1000.
michela vigliotti

Guarda anche

Caiazzo – Auto contro cinghiale, donna ferita

Caiazzo – L’ennesimo sinistro stradale causato da un cinghiale è avvenuto poco fa lungo la …