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VAIRANO PATENORA – Truffa immobiliare, tutti assolti

VAIRANO PATENORA – “Assolti perchè il fatto non sussiste”. Così ha deciso il giudice del tribunale di Carinola, dottor Enea, che ha emesso sentenza ieri. La decisione è giunt adopo due ore di camera di consiglio.
Deluse le due parti civili, cioè i coniugi Fera  e Giuseppe Bovenzi che avevano sostenuto la richiesta del pubblico ministero che chiedeva al condanna a due anni e sei  mesi per i due imputati: Antonio Orabona e Nicola Feroce.
Soddisfatta, invece, la difesa dei due imputati – rappresentata dagli avvocati Vincenzo Cortellessa e Luca Geremia – che sono riusciti a far prevalere la loro tesi dimostrando chela truffa non c’è stata.

La storia.
Due costruttori accusati di truffa a danno di alcuni clienti.  Nei panni delle parti offese Bovenzi Giuseppe, Fera Massimo e Concetta Carbone. Gli imputati, invece, sono i costruttori Antonio Orabona e Nicola Feroce,  L’ultima udienza è stato sentito il proprietario che cedette il terreno per la realizzazione del fabbricato. Nella precedente furono ascoltate le due famiglie vittime della truffa.   Due famiglie gridano alla truffa e  denunciano la società di costruzioni. Alla sbarra due imprenditori, uno di Vairano Patenora, l’altro di Marzano Appio. I due, avrebbero venduto la stessa abitazione alle due vittime, incassando – a titolo di acconto – oltre 190mila euro. Davanti al giudice sono finite  le vittime e i soci della Mega Costruzioni, accusata di truffa aggravata.  Detta società, come risulta da una serie di documenti prodotti dalle parti offese, avrebbe costruito il locale, senza pagare alcun onore di urbanizzazione – pare senza alcuna licenza edilizia –  senza retribuire alcun direttore dei lavori e senza aver mai ultimato la stessa costruzione.    La storia parte nel 2005 quando la società di costruzione – amministrata da Nicola Feroce, 40enne di Tora e Piccilli coadiuvato dal socio Antonio Oravona, di Vairano Patenora –  vende ai coniugi Fera lo stabile ancora in costruzione per una somma di 107mila euro. Al momento della stipula del contratto, la società pretende ed ottiene un acconto di 70mila euro.  L’abitazione non viene consegnata nei tempi previsti e i coniugi Fera, dopo aver accertato una serie di incongruità, decidono di tutelarsi, facendo scattare le prime denunce.   La situazione si complica ancor più quando la Mega Costruzioni – siamo nel settembre del 2006 – decide di vendere lo stesso stabile ai coniugi Bovenzi. Il prezzo della casa sale però vertiginosamente: 170mila euro.  Bovenzi, convinto di aver fatto un affare, versa una caparra di 100mila euro e dopo qualche mese – su pressioni della società costruttrice – versa ulteriore acconto di 20mila euro.  Intanto i lavori restano fermi e gli acquirenti si rivolgono al presunto direttore dei lavoro. Ieri la decisione del giudice che chiude la vicenda sotto l’aspetto penale. Resta ancora in piedi quello civile.

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un commento

  1. Spesso la giustizia funziona bene…………