ROCCAROMANA – Proto abusivo di armi, caccia di frodo e omessa custodia: padre e figlio sotto processo

ROCCAROMANA – Porto abusivo di armi e manca custodia delle stesse, sotto processo padre e figlio. Ieri la prima udienza – puramente tecnica – del processo a carico di Michele e Carmelo Di Nuzzo. Dopo aver superato le formalità iniziali, il giudce ha rinciato la prossimo novembre, quando inizieranno, probabilmente, a sentire i testimoni. Il processo è una conseguenze di fatti accuduti qualche anno fa a Pietramelara e coinvolge altri indagati che, però, hanno scelto una formula processuale diversa. Michele e Carmelindo Di Nuzzo, assistiti dall’accavocato Emilio Russo,  hanno prefereito il  processo normale. Il più giovane è accusato di caccia di frodo e porto abusivo di armi; mentre il genitore  è accusato, unicamente, di omessa custodia delle armi utilizzate dal gruppo in quella che l’accusa ritiene una battuta di caccia clandestina.  Il processo prende spunto da un’azione dei carabinieri della stazione di Pietramelara condotta un anno fa quando il gruppo composto da Tommasone, Cimmino e Di Nuzzo, fu colto in flagranza di reato mentre svolgevano una battuta di caccia al cinghiale di frodo, in periodo di divieto generale con sospensione di ogni attività venatoria. E accadde nella zona boschiva località Varre in Pietramelara. Coinvolti nel blitz Nicola Cimmino, 32enne di Riardo (residente a Roccaromana);  Lucio Tommasone, 22 anni e  Michele Di Nuzzo, 20 anni, entrambi della frazione Santa Croce di Roccaromana. Quando vennero fermati dai carabinieri due dei tre fermati imbracciavano un fucile sovrapposto calibro 12, marca castellani, ed un fucile sovrapposto calibro 12, marca beretta, regolarmente detenuti dal 57enne padre di uno degli indagati che venne, a sua volta, deferito in stato di libertà per omessa custodia di armi. Nessuno  dei tre ragazzi coinvolti nell’indagine possedeva il titolo di detenzione e porto di armi.