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RIARDO / TEANO / ROCCHETTA E CROCE – Ferrarelle, tre sindaci contro gli imprenditori “strabici”: chiedono rispetto per il territorio e i cittadini

 

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Nicola Di Benedetto, Salvatore Geremia e Nicola D’Ovidio

RIARDO / TEANO / ROCCHETTA E CROCE – Ferrarelle, tre sindaci  – quelli dei comunidai quali l’azienda estrae la materia prima – scendono in campo contro gli imprenditori “strabici”: chiedono rispetto per il territorio e i cittadini. I comuni di Riardo, Rocchetta e Croce e Teano mettono le cose in chiaro – nero su bianco – contro il colosso delle acque minerali. Si parte da un concetto molto semplice: l’acqua è una risorsa di tutti non può essere una ricchezza di pochi. Chi sfrutta questa inesauribile fonte di guadagni deve cambiare atteggiamento e capire che non può soltanto “prendere”. Per la prima volta nella storia (più recente) del territorio i tre sindaci (Nicola D’Ovidio, Salvatore Geremia e Nicola Di Benedetto) trovano la sintonia sulla vicenda Ferrarelle, sottoscrivono un documento nel quale annunciano azioni precise che si estenderanno fino al rinnovo della concessione mineraria. Potrebbe essere il punto di partenza di una svolta radicale nei rapporti fra azienda e territorio. Rapporti che fino ad ora sembrano essere stati sempre basati sul classico “piatto di minestra freddo”.

Il documento sottoscritto dai tre sindaci:  “RISORSA DI TUTTI O RICCHEZZA DI POCHI?”

È stato un incontro franco, concreto e costruttivo. I Sindaci dei Comuni di Riardo, Rocchetta e Croce e Teano si sono dati appuntamento presso la casa comunale di Riardo dove si sono confrontati a lungo e in modo serrato. L’argomento dibattuto non poteva che essere quello della tutela e della valorizzazione dei propri territori e del rapporto spesso conflittuale tra il territorio stesso e le dinamiche di sviluppo industriale disegnate astrattamente da imprenditori che sembrano essere concretamente distanti da quelle stesse terre da cui attingono la loro unica ed insostituibile materia prima. I Sindaci hanno dovuto amaramente tracciare un bilancio con un saldo estremamente negativo. Le riserve di acque minerali naturali di assoluta qualità presenti nel prezioso sottosuolo dei propri territori sono concesse allo sfruttamento industriale ed economico senza quasi alcuna contropartita concreta per le comunità che vivono sullo stesso suolo che custodisce così tanta ricchezza.

La sperequazione è evidente, lo sbilanciamento è troppo marcato. Gli imprenditori baciati dalla fortuna dello sfruttamento della concessione regionale come ripagano quel territorio da cui attingono tanta ricchezza? Come sino ad oggi hanno investito i propri profitti? Nella progettazione dei lori piani di sviluppo industriale che ruolo hanno svolto e quale attenzione è stata riservata alla valorizzazione del territorio che li ospita? La legge regionale tutela e valorizza realmente lo sviluppo sostenibile, sia economico che sociale, dei territori interessati? Le regole comunitarie sono state rispettate nell’assegnazione delle concessioni di sfruttamento?

I Sindaci hanno dovuto convenire che, ad oggi, le risposte sono sconfortanti e assolutamente deludenti. “Purtroppo – hanno sottolineato i Sindaci – l’integrità e la bellezza dei nostri territori è strombazzata e ostentata dai venditori solo per fini commerciali e di marketing, ma quasi niente l’imprenditoria ha fatto per legare virtuosamente il proprio profitto al benessere delle comunità da cui esso trae origine. Sembra quasi che questi imprenditori non abbiano l’ambizione di costruire un legame forte di appartenenza, di identificazione con le collettività che li ospitano e per questo sono ancora considerati degli estranei dalle stesse comunità locali“.

Soluzioni possibili? È stata questa la domanda che i Sindaci hanno scandito.

Le azioni da avviare o da alimentare sono tante. Innanzitutto, unità di intenti ed azione comune e coordinata: dividersi e combattere da soli non è funzionale. Poi, confronto con le proprie comunità e con i mezzi di comunicazione per raccontare e spiegare i fatti e le aspettative deluse. Ancora, riattivazione di esperienze aggregative oggi dormienti – parco delle acque – che siano non un mero contenitore burocratico e partitico, ma volano di occasioni e di opportunità per le comunità e non per i soli imprenditori. Inoltre, promozione di un’iniziativa politica che ponga all’attenzione del prossimo Consiglio Regionale la modifica dell’attuale normativa che disciplina lo sfruttamento dei giacimenti di acque minerali nella direzione di un maggior coinvolgimento delle autonomie locali interessate. Infine, invito pressante e continuo agli attuali industriali a voler progettare eticamente il proprio sviluppo riversando sul territorio, a cui loro devono tutto il loro business, parte dei loro profitti per ripristinare un equilibrio di opportunità oggi inesistente.

C’è molto da fare, tanto da conquistare per la dignità delle nostre terre. L’unico nostro patrimonio è ciò che ci circonda e ciò che la natura ci ha dato. Chi usa questo patrimonio deve correggere il proprio strabismo imprenditoriale e favorire lo sviluppo sostenibile delle comunità che li ospitano.” Con questa proposito i Sindaci hanno concluso l’incontro e si sono dati appuntamento a breve per dare avvio al percorso comune di confronto e di iniziativa politico-amministrativa.

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