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NAPOLI – Studentessa dell’Alto Casertano violentata sotto casa, arrestato il suo carnefice

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NAPOLI – Una studentessa dell’Alto Casertano – 26 anni – abusata sessualmente sotto il portone della sua dimora partenopea. Ha avuto la forza di reagire, ha chiamato la polizia, ha raccolto i dettaglia della terribile vicenda facendo arrestare il suo carnefice: R.R. – 36 anni – disoccupato. È accaduto intorno alle 22 di sabato, nei pressi di via Campodisola Marchese, una strada che collega la zona della Marina con piazza Borsa. Brutta la scena descritta dalla vittima, a leggere il verbale di denuncia: “Mi accingevo ad entrare nel portone del palazzo e improvvisamente sono stata spinta da un individuo sopraggiunto alle mie spalle. Ho avuto paura – ha spiegato agli inquirenti -ma ho creduto di essere vittima di una rapina, ho provato a spiegare che non soldi e che al massimo potevo dare solo il mio smartphone ma è stato tutto inutile. Ho capito che le sue intenzioni erano altre”. Minuti interminabili, in balia del suo aggressore,come ha spiegato la giovane donna agli inquirenti. “È accaduto in un palazzo chiuso e poco illuminato, non ho avuto la possibilità neppure di urlare e di chiedere aiuto. Quando sono ‘tornata libera’, ho deciso di denunciare”. A quel punto la rabbia e la voglia di ottenere giustizia ha preso il sopravvento nella 26enne ed è andata fino in fondo, rivolgendosi alle forze di polizia. Sul posto giungeva una volante della Polizia e la studentessa è apparsa visibilmente choccata, ma comunque in pieno possesso della propria lucidità. “Non volevo che rimanesse libero, non volevo che altre ragazze subissero la stessa esperienza che mi è toccato vivere”, ha fatto capire alle forze dell’ordine. Ora l’attenzione si concentra sul destino processuale di R.R., sulla sua permanenza in carcere, ma anche sul suo passato. Non risulta avere precedenti segnalazioni in materia di violenza sessuale o di delitti consumati contro le fasce deboli,ma è logico pensare che ci siano accertamenti sulla sua condotta, dentro e fuori quel che resta del suo ambito familiare.

Le testimonianze delle amiche:
Quando ha aperto la porta di casa, la studentessa 26enne era immobile e il suo tremore misto ai singhiozzi ha insospettito subito le amiche. “Ci siamo avvicinate a lei – raccontano le due coinquiline,anche loro studentesse fuori sede e residenti in due Comuni diversi ma viciniori dell’Alto Casertano – dopo un primo momento in cui non capivamo cosa le fosse accaduto ci siamo rese conto che stava piangendo ed era molto scossa ma ha trovato la lucidità di raccontarci subito l’aggressione e denunciare tutto”. Durante l’aggressione del molestatore le amiche non si erano accorte di nulla, nessun rumore sospetto ed anche il tentativo di chiedere aiuto della vittima, che nei primi istanti aveva cercato di gridare, era stato bloccato con minacce dal malvivente. “Stavamo aspettando che la nostra amica venisse a trovarci, come era già accaduto diverse volte le avevamo dato le chiavi di casa per questo lei non ha citofonato ma è entrata direttamente nell’androne del palazzo – raccontano le ragazze- ci ha detto che aveva gridato aiuto ma l’uomo ha minacciato di farle del male costringendola al silenzio, noi stavamo guardando la televisionee, purtroppo, non abbiamo sentito nulla”. Poco prima di quei terribili e interminabili minuti, la 26enne stava parlando al cellulare con la sorella che dall’altro capo del telefono è riuscita a sentire i primi istanti dell’aggressione fino a che l’uomo ha interrotto la conversazione, una volta dentro l’androne della palazzina. “Quando è entrata a casa era completamente sconvolta ma nonostante tutto ha trovato la forza di allertare la polizia e raccontarci tutto – spiegano la 19enne e la 20enne che aspettavano a casa l’amica – quello che ci ha sconvolte è che quest’uomo è entrato fin dentro il palazzo e avrebbe potuto fare qualsiasi cosa senza che nessuno se ne accorgesse visto che nell’edificio ci sono pochi inquilini e non c’è portiere”.   Una delle due studentesse, amiche della 26enne, arriva anche essa da un piccolo paesino dell’Alto Casertano e più di tutte è rimasta colpita dal crudo episodio di violenza ma nessuna di loro ha pensato in queste ore di andare via dalla città o cambiare sede per gli studi universitari. “Non abbiamo pensato neanche per un secondo di lasciare Napoli nonostante la paura che abbiamo provato – spiegano le due coinquiline – e sappiamo che anche la nostra amica la pensa in questo modo, in qualsiasi grande metropoli esistono dei rischi e abbiamo assistito al grande lavoro che ha fatto la polizia, certo questo non ci fa dimenticare la paura e da oggi,nostro malgrado, avremo delle limitazioni per uscire”. Le studentesse abitano in zona da un mese ma, ad onor del vero, i residenti, riuniti nel Comitato Piazza Borsa che abbraccia le strade dei dintorni, denunciano da tempo una situazione di abbandono e incuria a cui le istituzioni non pongono rimedio

 

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