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RIARDO – AFFRESCHI NEL SANTUARIO, CAIAZZA: ECCO TUTTE LE OMBRE DELLA VICENDA. AI POLITICI CHIEDE RISPETTO PER L’ARTE

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RIARDO – La “rimodulazione” dell’ubicazione degli affreschi nel santuario della Madonna Della Stella di Riardo ha scatenato una polemica che si  intreccia anche con la politica. Lo storico Domenico Caiazza che per primo ha sollevatoil problema, ritorna sulla vicenda per chiarire ulteriormente la vicenda e spiegare, anche alla lice dell’intervento del Gruppo Impegno per Riardo sullo smembramento del ciclo pittorico degli affreschi della Madonna della Stella. Caiazza evidenzia, come premessa, il rispetto per le opinioni politiche, quali che siano degli esponenti politici, nelle quali non intende entrare e  commentare. Però, Caiazza ritiene  necessario chiedere lo stesso rispetto per la storia dell’arte :

Il documento di Caiazza:
È pacifico che il diritto di proprietà degli affreschi sia della famiglia De Ponte che ha protestato pubblicamente di non aver autorizzato alcuna manomissione. Dunque chi ha mosso gli affreschi non aveva titolo per farlo ed ha violato i diritti dei proprietari. Già questo rende l’azione arbitraria ed illegittima. Il consolidato uso pubblico a fini di culto non significa che si possa disporre ed abusare delle opere d’arte.

b) Quanto alle valutazioni espresse sulla liceità dello smembramento, pur avvolte in considerazioni e auliche citazioni estrapolate da testi di addetti ai lavori sembrano oggetto di fraintendimento e fuorvianti.

c) Anzitutto sembra si sostenga che gli affreschi sono di mani diverse, che non se ne conosce l’ubicazione originaria e che pertanto non essendo il ciclo unitario sarebbe dunque lecito a chiunque, anche a chi non sia proprietario dell’opera d’arte e sia invece perfettamente ignorante di storia dell’arte di spostarli a piacimento.

d) Queste premesse sono certamente errate: chi ha un minimo di conoscenza di storia dell’arte sa che le Scuole lavoravano insieme: maestri e discepoli e quindi l’opera era unitaria anche se creata da mani diverse. Oltre l’unità originaria ve n’è poi una “acquisita” ad esempio quella che lega insieme le opere di uno stesso monumento stratificatesi nel tempo, o i pezzi di una collezione.

e) Non si capisce poi la comparazione con gli affreschi di San Vincenzo a Volturno, certo più mossi, forse più belli, ma questo non significa che sia lecito fare a brandelli (come si fa con la carne di porco per ridurla a salsiccia) un’unità compositiva, originaria o stratificata, millenaria. Diversamente opinando avremmo conseguenze assurde. Ad esempio gli affreschi precedenti a Giotto, meno belli, privi di prospettiva, non conterebbero nulla, ma poi anche quelli di Giotto… paragonati a quelli della Cappella Sistina…

f) Infine non è vero che gli affreschi non erano in “idonea collocazione”: erano dove li avevano voluti il Roclus e sua moglie che li commissionarono e dove l’amore ed il rispetto di proprietari e fedeli li ha conservati per un millennio. Quella storica ed originaria è l’idonea collocazione, nessuna altra è lecita e non ‘ lecito smembrarli ovvero ridurli a brandelli (farne …”disiecta membra” su cui ragionare… con calma., quando tutto sarà sopito e l’illecito consolidato)

g) Riassumendo è confermato che i proprietari non hanno mai autorizzato lo smembramento e che neppure il Comune, Ente Pubblico, sia coinvolto.

h) Non sappiamo chi abbia eventualmente fatto istanza alla Soprintendenza ed a che titolo, visto che non era proprietario o delegato dei proprietari. E dunque anche se esistesse una autorizzazione sarebbe viziata radicalmente. Invitiamo chi avesse l’autorizzazione ad esibirla e dire a che titolo la ha richiesta.

i) Gli affreschi sono stati violentati e vanno rimessi in pristino questo è il problema e non si può eluderlo con soporifere e fuorvianti seppur virgolettate citazioni.

 

LA PRECISAZIONE:

Volendo ritornare sugli affreschi e lo “smembramento” degli stessi si è forse trascurato un aspetto, condivisibile o meno, ma presente negli studi sul restauro e la conservazione, ricordando che per essi vige sia una istanza estetica o artistica che una istanza storica . Gli affreschi di Riardo,come è noto,per poca parte soggiacciono ad una istanza estetica,ma per altra parte non sono che documento,materia “restaurata”di scarsissimo valore ,opera di maestranze locali?,che non hanno alcuna contezza di affreschi coevi o meno o di altra regione, comunque più complessi ed articolati dal punto di vista iconografico.Pertanto voler rivendicare forzatamente  una unitarietà per effetto di una stratificazione nel tempo e quindi una” organicità acquisita”,non sempre giova ad una comprensione degli affreschi stessi.Esistono cicli di affreschi che ,seppure di stili diversi, debbono, quelli si, coesistere per effetto di un preponderante interesse artistico.Se poi un imperativo categorico di matrice idealistica?deve condizionarci a tal punto da far gridare allo scempio per effetto di una rimozione di affreschi già “strappati”….vorrà dire che mangeremo più salsicce e meno carne salsicciara.

Ma poi presupporre la presenza di maestri coevi ma diversi per stile,ipotizza una conoscenza di fonti certe……quando invece per gli affreschi di Riardo non esiste alcuna prova documentaria in tal senso.

E poi la Cappella della Stella,così come ci è stata consegnata dalla storia,serberebbe anche essa una stratificazione anche di significato? nel tempo e come tale-scempio immenso!-andrebbe conservata?

Ed ancora….quella sorta di vano absidale rettangolare ove sui supporti lignei erano nascosti gli affreschi,quale parte originaria della Cappella serba ancora?

E poi non ci si è mai sognato di validare l’assunto per il quale-come propone in modo arbitrario per exempla lo studioso pietramelarese-essendo gli affreschi precedenti a quelli Giotteschi meno “belli” “non conterrebbero nulla”,supponendo una sorta di” meccanicismo evoluzionistico” nella valutazione artistica e conseguentemente minandone la conservazione.

Ribadiamo che ciò che ha valore artistico va conservato unitariamente pur nella sua diversità!!!

E che dire infine di affreschi strappati,sottratti al sito originario, e musealizzati?..e spesso il sito poteva riaccogliere gli stessi.

Gli affreschi della Cappella della Madonna della Stella andranno ripensati nella loro collocazione,ma certamente non in un ambiente o sito-originario?-insano per una opera “a fresco”invitando  la famiglia De Ponte-sicuramentesensibile come dimostra la levata di scudi per il cosiddetto scempio- a voler provvedere ad una “sanificazione” di quel vano ove erano allocate prima le opere .

(Documento di IMPEGNO IN COMUNE –ASSOCIAZIONE POLITICO- CULTURALE-   SergioMunno)

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