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ALVIGNANO – Pellegrinaggio della Madonna e polemica, Don Alessandro e don Francesco chiariscono

ALVIGNANO – La Peregrinatio Mariae, quando arrivammo nel 2018 ad Alvignano, la ricevemmo in consegna quale attività pastorale prevista nel mese di maggio nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, e, con l’aiuto di alcuni fedeli, in particolare di Emanuele Piccinini, la portammo avanti.  Essa prevedeva la processione con la statua di Maria che, partendo dalla parrocchia, faceva di giorno in giorno il giro tra le famiglie, con la celebrazione della messa presso la casa ospitante e poi un buffet conclusivo che la famiglia offriva ai fedeli partecipanti. Il primo anno di ministero ad Alvignano (2018/2019), essendo appena arrivati e per rispetto alla tradizione trovata, lasciammo invariato il programma; poi nel biennio 2020/2021 il Covid non permise l’iniziativa secondo le disposizioni igienico-sanitarie.
Nella ripresa del 2022, d’intesa con il vescovo Cirulli e in linea con le norme canoniche universali e diocesane che lo vietano, si optò per non celebrare più la messa nelle abitazioni private dei fedeli, poiché, appunto, era proibito. Si decise, pertanto, di mantenere l’arrivo della statua mariana presso la famiglia, per poi fare lì un momento di preghiera sulla Parola di Dio e poi distribuire l’Eucaristia che noi sacerdoti portavamo dalla parrocchia. Ma anche la distribuzione dell’Eucaristia fu una concessione straordinaria del vescovo perché, di per sé, essa non si può ordinariamente portare in giro per le famiglie, ma può solo raggiungere gli ammalati che, impossibilitati, non possono recarsi in chiesa. Tuttavia, questa concessione del vescovo di portare comunque l’Eucaristia in questa circostanza ebbe la motivazione di non stravolgere autoritariamente lo schema dell’iniziativa, ma di procedere con gradualità e rispetto verso i fedeli, aiutandoli pian piano a comprendere che il luogo per la celebrazione eucaristica è la chiesa parrocchiale, dove i fedeli, secondo gli insegnamenti dottrinali della Chiesa, si ritrovano come comunità.
Nel desiderio di mantenere una tradizione e di renderla ancora più consona al suo valore e significato, noi sacerdoti decidemmo di ridimensionare il buffet di fine serata, per renderlo più in linea con il clima di preghiera (un tarallo e una bevanda fresca in segno di convivialità). Così nel 2023 fu portata avanti questa nuova formula condivisa dai fedeli.
Anche per quest’anno 2024, la Peregrinatio era in programma e, come sempre, prima di avviare l’iniziativa, per correttezza, ne abbiamo dato semplice comunicazione al vescovo, il quale ha ritenuto, nelle sue facoltà e nei suoi poteri, di non concedere più, nel preciso contesto di questa iniziativa, la distribuzione dell’Eucaristia nelle case. (Nota 1). Ovviamente questo non riguarda il servizio ordinario di portare la comunione agli ammalati nelle case, che comunque resta un servizio abituale e ininterrotto che noi sacerdoti e i ministri straordinari continuiamo a prestare verso i fedeli ammalati, come di consueto durante tutto l’anno.
Emanuele Piccinini, informato della decisione del vescovo (che noi sacerdoti condividiamo), è letteralmente andato su tutte le furie adottando un colorito ventaglio di offese, minacce, insulti, improperi e intimidazioni verso di noi sacerdoti e verso il vescovo, avvertendoci che, qualora le cose non si fossero svolte secondo il programma da lui conosciuto e approvato, avrebbe bloccato l’iniziativa con spiacevoli conseguenze. Davanti al nostro proposito di rispettare fermamente le nuove direttive ricevute, Piccinini ha iniziato a pubblicare una serie di post, di commenti e di video sui social dando la propria versione dei fatti e – asserendo di essere l’unico organizzatore dell’iniziativa e, quindi, avendone esclusiva facoltà – ha annunciato la decisione di impedire l’uscita della statua dalla parrocchia e di non dar via all’evento. Visto il clima di pubblica discordia e opposizione creatosi – inaccettabile come presupposto per un momento di preghiera che, di per sé, è comunione e fraternità – e vista l’impossibilità oggettiva a collaborare in mancanza di una reale e serena comunione di intenti, noi sacerdoti abbiamo comunicato ufficialmente ai fedeli che l’iniziativa non avrebbe più avuto luogo. (Nota 2)
Piccinini, dopo aver avuto un colloquio con il vescovo – il quale gli aveva illustrato il valore di certe iniziative e il modo ecclesialmente corretto di svolgerle – è tornato in parrocchia con l’intento di riprendere con noi la peregrinatio, probabilmente secondo quelle che erano le sue aspettative.
Ma noi sacerdoti – alla luce di una comunione ampiamente e pubblicamente venuta a mancare, a danno del buono svolgimento e della buona riuscita dell’attività in programma – abbiamo manifestato la nostra indisponibilità, informando il vescovo e dando motivazione della nostra scelta pastorale.  Piccinini ha così concluso di prenderne atto e di regolarsi di conseguenza, avvertendoci di “dover essere consapevoli” della “guerra” che si sarebbe aperta con sviluppi imprevedibili.
Alla luce di quanto fin qui esposto, riteniamo di fare questa dichiarazione per far conoscere ai fedeli, in maniera oggettiva, la nostra versione dei fatti; affermando che nella Chiesa ci può essere spazio per il dispiacere personale, per il commento di circostanza, per la nostalgia del passato, così come ci deve essere per le discussioni costruttive; di certo però non può esserci per guerre e discordie, tanto meno per minacce, offese e intimidazioni, essendo tutto questo in contrasto con l’identità della Chiesa voluta da Cristo.
(nota a cura di  Don Alessandro Occhibove e don Francesco Vangeli – parroci di Alvignano)

 

MOTIVAZIONI TEOLOGICHE E PASTORALI SOTTOSTANTI

Nota 1: Essendo, le norme, a servizio e a tutela della comunione ecclesiale, esse vanno rispettate; e i sacerdoti, nel ruolo di guide pastorali, sono i primi a doverlo fare, dovendo essere esempi e modelli per i fedeli, e a fare in modo che i fedeli ne comprendano l’utilità.

Ovviamente, la norma non è un idolo e nemmeno il fine delle cose, è “solo” uno strumento, ma rispettarla è funzionale a custodire il comune patrimonio di valori ecclesiali. Essere in comunione con la Chiesa vuol dire anche accettare e cercare di comprendere il significato profondo che è il sostrato di certe realtà.

Nota 2: La Chiesa, certamente, non è dei preti, ma non è nemmeno solo dei fedeli; la Chiesa sono tutti i battezzati che insieme formano l’unica famiglia di Dio che ha come capo, modello e pastore Cristo Signore. Tutti ugualmente importanti, ma diversi per funzione. Vuol dire che nella Chiesa tutti partecipano alla stessa missione ma con ruoli diversi, nel reciproco rispetto e nel collaborativo ascolto, in vista dello stesso fine che è l’annuncio del Vangelo per la realizzazione del regno di Dio.

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