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PIGNATARO MAGGIORE – Impose il pizzo ai fratelli Passarelli, i giudici danno altri 15 anni a Setola

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PIGNATARO MAGGIORE – Impose il pizzo ai fratelli Passarelli, i giudici danno altri 15 anni a Setola. Sentenza del tribunale di Napoli, cinque le condanne.  Dopo la condanna a sei anni e sei mesi di reclusione dei due fratelli Biagio e Franco Passarelli avvenuta appena ieri, perché accusati di concorso esterno in associazione camorristica, e il sequestro delle loro aziende (importanti zuccherifici) è di oggi la sentenza dei giudici di Napoli – presidente Loredana Acierno – a carico del superkiller dei Casalesi, Giuseppe Setola, e di altri quattro esponenti dei Casalesi per le estorsioni che i malavitosi imposero appunto ai Passarelli, che per i giudici erano invece vicini alla fazione Schiavone dello stesso clan.  Setola, detenuto nel carcere di Milano-Opera in regime di 41bis, con già diversi ergastoli sulla testa per la lunga scia di sangue lasciata dietro di sé quando capeggiava l’ala stragista del clan, è stato condannato con l’accusa di estorsione a 15 anni. Ad Alessandro Cirillo e a Giovanni Letizia, al termine di un lungo processo, la corte ha inflitto una pena di 12 anni; a Davide Granato 10 e al pentito Oreste Spagnuolo, infine, 4. Sono andati assolti dall’accusa Emilio Natale ed Emilio Di Caterino, altri esponenti del clan dei Casalesi. Così come durante il processo per l’uccisione dell’imprenditore Antonio Noviello, freddato a Castel Volturno nel 2008 e in cui la pubblica accusa ha chiesto l’ergastolo per Setola e gli altri presunti sicari, anche nel corso di questo procedimento penale il superkiller ha battibeccato spesso con il pm della Dda Cesare Sirignano (nell’altro procedimento duri sono stati gli scontri con Alessandro Milita).  Per convincere i fratelli Passarelli a pagare le tangenti, secondo la ricostruzione avvenuta nelle udienze, Setola e soci esplosero anche colpi d’arma da fuoco nelle vetrine dell’Md discount di Villa Literno. Una sera il boss ed alcuni suoi fedelissimi fecero finanche irruzione all’interno di un locale del lago d’Averno, dov’erano i fratelli Passarelli, e posando mitra e pistole sulle tavole fecero loro intendere che era arrivata l’ora di pagare.

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