NAPOLI – Trasporti, Oliviero: Vetrella deve lasciare l’assessorato

NAPOLI – Entro il prossimo 2 luglio sarà discussa la mozione di non gradimento nei confronti di Sergio Vetrella, assessore ai Trasporti della Regione Campania. Sulla vicenda è intervenuto nuovamente il capogruppo regionale del Pse, Gennaro Oliviero, alla luce dei disagi patiti in questa mattinata da numerosi cittadini pendolari che hanno trovato non poche difficoltà a raggiungere la Stazione di Napoli, bloccata dalle 5:30 per la presenza di fumo – da quanto si apprende –  segnalata dai locali della sala di controllo di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), in un locale sottostante la sala di controllo del traffico ferroviario. Gennaro OLIVIERO « Vetrella, con dignità, si dimetta prima della discussione della Mozione di sfiducia ».  “Invitiamo l’Assessore Vetrella a rassegnare le proprie dimissioni prima che la mozione di non gradimento e di sfiducia, approdi per la discussione in aula, il prossimo 2 luglio, così come annunciato dal neo Presidente del Consiglio Regionale, Pietro Foglia – afferma il capogruppo regionale del Pse, Gennaro Oliviero, firmatario della mozione –

Il tempo per Vetrella è abbondantemente scaduto – continua Oliviero – sono trascorsi ben quattro anni, costellati da inefficienze e fallimenti aziendali, del resto, sono all’ordine del giorno i disagi a cui devono far fronte i cittadini, studenti e lavoratori, per la totale disorganizzazione dei servizi minimi essenziali. Se a questo aggiungiamo l’azione del Governo amico di centrodestra dovei tagli hanno penalizzato pesantemente la Campania.

Nel 2012 la Regione ha perso il 40 per cento dei fondi rispetto al 2011, passando da un contributo di 286 a 174 milioni di euro (decurtazione netta di 144 milioni). Nel 2013 le aziende del trasporto pubblico campano, circa 140 tra realtà pubbliche e private, invece, hanno persi altri 50 milioni di euro.  Ma non ci sono alibi per Vetrella, la mancanza di un adeguato Piano Regionale in materia, nei fatti, sta provocando il collasso di quasi tutte le aziende partecipate pubbliche, e rivelano uno scenario a dir poco inquietante: una politica tendente sempre di più all’affossamento del pubblico a favore di una privatizzazione selvaggia dell’intero sistema.