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VAIRANO PATENORA – Omicidio colposo, autista assolto: il fatto non sussiste

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VAIRANO PATENORA – Omicidio colposo, assolto autista: il fatto non sussiste. Lo hanno stabilito i giudici della Corte di Appello a cui la Procura aveva fatto ricorso dopo l’assoluzione in primo grado.All’udienza di discussione del 23 maggio 2014 anche la Corte di Appello partenopea in seno al processo penale di appello per omicidio colposo (532/13 R.G.) ha ritenuto Massimiliano Campopiano – 39 anni  – difeso anche nel secondo grado di giudizio dall’avv. Massimo AMATO- non colpevole del reato di omicidio colposo, così confermando la formula più ampia di “assoluzione perché il fatto non sussiste”. Novanta giorni è il tempo che il Collegio penale partenopeo si è riservato per stilare le motivazioni della decisione che conferma la totale innocenza del Campopiano per il decesso dello scooterista Passaretti Achille.   La decisione della Corte di Appello, conferma la precedente sentenza emessa il 30 settembre 2011 quando durante l’ultima udienza del processo il giudice, disattendendo la richiesta del P.M. che aveva chiesto la condanna ad otto mesi di reclusione, ha accolto le richieste della difesa, pronunciando  la formula di assoluzione più ampia per Campopiano, all’epoca dei fatti autista di una società di autotrasporti di Pignataro Maggiore, ed accusato -ora lo si può dire- ingiustamente di omicidio colposo. I fatti accaddero il 29/06/2007 sulla statale Appia nel comune di Sparanise, dove morì Achille Passeretti  mentre era alla guida di uno scooter Piaggio X8, a seguito della violenta collisione contro la parte posteriore dell’autotreno condotto da Campopiano, dopo che quest’ultimo era entrato nella stazione carburanti Esso nei pressi della centrale del gas sparanisana. L’urto, violentissimo, non diede scampo al conducente dello scooter che purtroppo morì sul colpo, mentre fece scattare un procedimento penale per omicidio colposo a carico dell’autista dell’autotreno, che peraltro, a causa dello shock subito per le tragiche conseguenze dell’incidente stradale, dové dimettersi dal lavoro di autotrasportatore. L’ansia e la preoccupazione dell’imputato per il lungo processo con un capo di imputazione così grave, sono stati oggi finalmente dissipati dalla pronuncia di assoluzione con la formula più ampia: “assolto perché il fatto non sussiste”. “E’ stata una lunga attesa, sia quella per la durata del processo che per quella della camera di consiglio, ma alla fine il magistrato ha reso serenamente giustizia al malcapitato autotrasportatore che, sin da subito, era apparso totalmente estraneo alle responsabilità per il decesso del motociclista per il quale va comunque il massimo rispetto a prescindere dalle vicende processuali”, così ha dichiarato con soddisfazione il difensore dell’imputato, l’avv. Massimo AMATO, che aveva subito mostrato moderato ottimismo all’esito della arringa finale nella giornata conclusiva del lungo processo penale.

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