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CASERTA (di Nando Silvestri) – Avidi & Impavidi, Seconda Puntata. Storia di Dignità e Lavoro in un’Europa disconnessa. In Campania peggiorano sistematicamente le condizioni lavorative e i compromessi che occorre accettare per lavorare, ma si soffre anche la sottomissione al lavoro nero. Cisl e Confesercenti avevano già messo a nudo l’amara realtà campana recentemente monitorata dagli istituti di rilevazione statistica, peraltro diffusissima in provincia di Caserta e Napoli. Oltre le macilente spiegazioni di scarni saggi universitari locali che non spiegano come uscire veramente “Fuori dal Tunnel” (prof. Francesco Pastore, Sun S.Maria CV), ci sono gli aspetti umani; storie di dignità calpestata, di prostrazione morale pressoché incondizionata di operai e laureati che, pur di sopravvivere a schiena dritta, annaspano drammaticamente a meno di 500 euro al mese senza tutele di sorta. Sembra che il tempo sia trascorso invano da quando la Rivoluzione Industriale del XVIII secolo diede vita al lavoro sottopagato e alla disoccupazione diffusa. Le trasformazioni storiche scatenano solitamente degli spiacevole effetti collaterali sui più inermi e indigenti assicurando, di riflesso, il consolidamento di prebende e rendite a privilegiati e proprietari terrieri, come accadde in Inghilterra. L’UE non sfugge a tali logiche sperequative e si ammanta di gravi e insanabili contraddizioni che tutelano solo l’inattaccabilità dei volumi di affari internazionali, avvalendosi di una moneta unica e tante curve di costo eterogenee. In questo angoscioso panorama si colloca l’arretratezza delle condizioni lavorative della nostra terra che, per una strana ironia della sorte, si chiama proprio Terra di Lavoro, Ma la storia ci insegna che nessuna unione doganale è andata a buon fine e l’UE “preconizza già elementi di autofagocitazione”, per usare un’espressione cara al professor F. Lucarelli della Università “Federico II” di Napoli, noto allo scrivente. Acquisire nuove risorse finanziarie da fenomeni volutamente occultati al fisco per il tornaconto di elite potrebbe certamente aiutare a far affluire nuovi mezzi ai rapporti di lavoro e a concretizzare i crismi di equità fiscale che il nostro ordinamento applica solo casualmente. Per esempio, oltre 15 miliardi di euro l’anno si riuscirebbero a ricavare dalla tassazione fissa e contenuta di fenomeni come la prostituzione, ad oggi affrancati gratuitamente da oneri tributari. Ma non serve farsi illusioni dal momento che scelte nefaste e inopportune regnano incontrastate da sempre nel nostro paese, come quella di nominare assessore alla legalita’ del comune di Pompei l’ ex giudice Diego Marmo: quello che condanno’ con la bava alla bocca l’integerrima figura di Enzo Tortora senza mai risponderne, tanto per capirci. Comunque, ci piace pensare che le alternative salvifiche sulle quali investire capitale umano dovranno essere i talenti locali, le tipicità paesaggistiche e le eccellenze enogastronomiche della terra casertana, ivi comprese quelle di origini medievali, gelosamente custodite tra le mura del Borgo di Caserta Vecchia e nell’intera provincia.