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SPARANISE – CASO CANTILE, QUANDO PASQUALE INSEGUÌ E MINACCIÒ I CARABINIERI

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SPARANISE – Un’auto civetta dei militari inseguita e bloccata – come in un film d’azione – per evitare vedessero la violazione dei sigilli; “Maresciallo, poi uno di questi giorni, quando state senza il tesserino, ve la faccio vedere io la pistola!! …montagna e montagna, non s’incontrano!…”. Maresciallo “… dovete stare calmo perché non sapete a cosa andate incontro e che non sapete quello che state a fare, adesso vengo al negozio e vi faccio vedere io di che cosa sono capace di fare..”. Sono queste alcune delle minacce che Pasquale Cantile avrebbe scagliato contro i carabinieri durante le varie fasi dell’indagine. L’ordinanza cautelare che ha portato, alcune settimane fa, all’arresto di 17 persone contiene alcuni passaggi “curiosi” che ben mostrano – secondo l’accusa – le personalità di alcuni indagati. In particolare, in alcune circostanze il giovane Pasquale Cantile (classe 1985) mostra tutta la propria insofferenza verso i carabinieri e le indagini che stanno conducendo. Particolarmente significativi sono gli episodi avvenuti nel marzo del 2013; uno avvenuto a Sparanise, l’altro nel punto vendita di San Nicola La Strada.

L’auto dei carabinieri “intrappolata”.  “Indicativo della personalità di CANTILE Pasquale e di PASSARETTI Mario – scrive la Procura della Repubblica – quanto è accaduto poco dopo l’allontanamento di alcuni dipendenti; i carabinieri della Stazione di Sparanise hanno notato sopraggiungere alle loro spalle CANTILE Pasquale, che, a bordo della propria autovettura BMW X6, sì è posto al loro inseguimento, eseguendo manovre anche pericolose nel tentativo di affiancare l’auto “civetta”, superandola. L’auto dei Carabinieri è stata letteralmente “chiusa” tra il veicolo del CANTIE che li aveva superati, e l’auto AUDI A4, condotta da PASSARETTI Mario, nel frattempo arrivata da tergo. Solo grazie al sopraggiungere di altro personale allertato, i militari hanno blocca le due auto ed identificato gli occupanti. E evidente-che l’azione di CANTILE Pasquale, il quale non poteva certo non riconoscere il comandante della locale stazione dei Carabinieri, era finalizzata ad allontanare i Carabinieri dalla propria azienda per consentire al personale presente azienda nonostante il sequestro, nell’illecita produzione di andare via.

Le minacce. Il comportamento spregiudicato del CANTILE Pasquale è altresì evincibile dall’episodio del 13.3.2012, continua la Procura, quando i carabinieri del N.A.S si sono recati presso il punto vendita della CANTILE sito a San Nicola la Strada, per procedere ad ispezione nel prosieguo dell’attività di verifica sanitaria iniziata in data 9.3.2012 con la perquisizione dell’azienda. L’ispezione ha portato alla luce delle irregolarità anche presso quel punto vendita, che verosimilmente i dipendenti hanno comunicato immediatamente a Pasquale CANTILE. Questi, mentre il controllo era in atto, ha telefonato e, dopo aver interloquito con la responsabile dell’esercizio Abate Antonietta, ha chiesto di poter parlare con il Maresciallo presente, il quale gli ha comunicato che stava procedendo al sequestro ammnistrativo di un quantitativo di mozzarella di bufala, per violazione dell’art. 23 del divo 109/92. Il CANTILE ha minacciato al telefono il Mar. Marchesiello, dicendogli testualmente: “... dovete stare calmo perché non sapete a cosa andate incontro e che non sapete quello che state a fare, adesso vengo al negozio e vi faccio vedere io di che cosa sono capace di fare..., quindi, interrotta bruscamente la telefonata, dopo circa 15 minuti si è presentato presso il punto vendita e ha invitato I Carabinieri del Nas ad allontanarsi, dicendo loro: ” ...cosa state facendo ed uscite da questo locale, perché non’ siete autorizzati a verificare l’attività…. Solo l’arrivo di personale in uniforme della locale Stazione CC di S. Nicola la Strada ha riportato il Cantile alla ragione. Già in precedenza il CANTILE si era espresso in condotte minatorie nei confronti del Maresciallo Basso in servizio presso il Comando Provinciale dei Carabinieri, in occasione della perquisizione che aveva portato al sequestro dell’azienda. A seguito del           sequestro operato e deciso dal NOE e dal NAS, CANTILE Pasquale è andato in escandescenza colpendo e distruggendo una paratia messa a protezione di alcuni macchinari siti nel piazzale. Quindi nel settore amministrativo al piano superiore dell’azienda, ove vi erano alcuni dipendenti unitamente a militari del Comando provinciale, intimò a tutti di lasciare l’azienda poiché era stata sequestrata e riferendosi ai militari del N.A.S. e del N.O.E., ritenuti artefici del provvedimento adottato, esclamò “…quelle faccia di merda giù – quegli stronzi”. I Carabinieri decisero, quindi, di spostarsi per non esacerbare la situazione lungo il tragitto per raggiungere il retro dell’azienda, Cantile Pasquale, credendo forse di essere rimasto da solo con il maresciallo BASSO, lo ha minacciato in un più incisivo dialetto casalese, con testuale affermazione: “...Maresciallo, poi uno di questi giorni, quando state senza il tesserino, ve la faccio vedere io la pistola!! …montagna montagna, non s’incontrano!…”. La minaccia è stata udita anche dal Maresciallo Scopelliti e dal Brigadiere Vaiano

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