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TEANO – Omicidio Mollicone, nuovo rinvio. Tre indagati sono di Teano

TEANO – Ancora uno spostamento nell’udienza per l’omicidio di Serena Mollicone. Il Gip, infatti, accogliendo la richiesta deo periti che hanno voluto più tempo per depositare i risultati degli esami, ha spostato l’udienza al prossimo aprile. Sarebbero state trovate tracce di Dna sui vestiti di Serena. la 18enne di Arce. Adesso sarà possibile il confronto con il Dna dei sei indagati. Dopo oltre 10 anni dalla morte di Serena Mollicone, trovata morta in un bosco ad Arce il primo giugno 2001, due giorni dopo la sua scomparsa, le indagini sul suo omicidio giungono a una svolta: gli inquirenti hanno infatti trovato 15 tracce biologiche, probabilmente dell’assassino (o degli assassini) sugli abiti della 18enne.
La scoperta è emersa durante le analisi che i periti stanno svolgendo nel corso dell’incidente probatorio davanti al gip. Per la morte di Serena Mollicone sono al momento sospettate sei persone: l’ex fidanzato Michele Fioretti, la madre del ragazzo Rosina Partigianoni, l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola e sua moglie, il figlio Marco e un altro carabiniere Francesco Suprano. Il ritrovamento di tracce biologiche sui vestiti di Serena permetterebbe quindi ora il confronto con il Dna dei sei indagati. Per gli inquirenti alla base dell’omicidio potrebbe esserci un traffico di stupefacenti e la gelosia.

Tre possibili scenari per la morte di Serena
Nelle prima ricostruzione degli inquirenti, Serena sarebbe stata uccisa per aver scoperto un traffico di stupefacenti in cui era coinvolto Marco Mottola. Il ragazzo la avrebbe uccisa al culmine di una lite: accortosi della tragedia avrebbe quindi chiesto aiuto al padre e alla madre, i quali per sbarazzarsi del cadavere, avrebbe a loro volta chiesto aiuto all’ex maresciallo Francesco Suprano. Un’altra ricostruzione vede coinvolto invece anche l’ex fidanzato Michele Fioretti di Serena: in questo caso a scatenare l’assassino sarebbe stata l’amicizia fra la ragazza e Marco Mottola.
Nel terzo scenario tracciato dagli inquirenti, Serena sarebbe stata uccisa da Michele Fioretti e da sua madre, i quali si sarebbero fatti aiutare da una terza persona rimasta finora nell’ombra. In questo scenario si potrebbe inserire il suicidio del brigadiere Santino Tuzzi, uccisosi nel 2008, perché, secondo l’accusa, sapeva la verità sul giallo di Arce.
Giuseppe Novelli, preside della Facoltà di Medicina dell’Università Tor Vergata di Roma e perito ufficiale nominato dal giudice,  fa chiarezza sulla vicenda. “Stiamo analizzando molte più di 15 possibili tracce ritrovate sugli indumenti e sugli oggetti ricollegabili al delitto. Le analisi sono in corso e per i risultati ci vorrà tempo.
In ogni caso comunicheremo eventuali novità prima al giudice”. Gli ha fatto eco il criminologo Carmelo Lavorino, il consulente della difesa di Carmine Belli, accusato del delitto della giovane ed assolto dalla Cassazione nel 2006: “Sicuramente l’assassino- compositore-trasportatore della salma di Serena ha lasciato tracce biologiche personali sugli indumenti di Serena ed è noto che le stiamo cercando tramite incidente probatorio sotto la guida e la responsabilità scientifica del professor Giuseppe Novelli e del suo staff.  All’epoca (2001-2002) sulla felpa, sulla maglietta, sui pantaloni, sul reggiseno e sulle mutandine di Serena non vennero repertate tracce di sangue, quindi, o la ragazza era stata colpita sul sopracciglio sinistro, mentre era nuda, oppure, la stessa è stata spogliata degli abiti e poi rivestita. Il primo scenario è valido al 99%, il secondo all’1%. Ogni scenario porta implicazione, limiti, condizioni e vincoli speciali, con moventi, contesti e circostanze speciali”.Al momento, quindi, nessuna svolta.

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