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SANT’ANGELO D’ALIFE – Acquedotto comunale, l’idea di Caporaso: contatori come vacche e capre

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SANT’ANGELO D’ALIFE (fm) – Contatori dell’acqua come vacche e capre. L’amministrazione comunale sceglie di utilizzare le matricole auricolari destinate a mucche e capre per sigillare i contatori idrici delle abitazioni del paese. Tutto su proposta dell’assessore Caporaso. Uno che nella vita è un ottimo imprenditore agricolo. Una trovata sicuramente originale. Fino ad ora, tuttavia, in ordine al contenimento dei costi dell’acqua, a fronte di una mole di lavoro bella corposa, i risultati sono stati abbastanza scarsi. Innanzitutto, il canone idrico aumenta ancora. Per l’anno 2013, le tariffe attualmente in vigore per il servizio acquedotto subiranno infatti un incremento sostanzioso. Precisamente l’aumento sarà pari al 25%, In premessa, va detto che il canone fisso passerà da semestrale ad annuale. Questa è già la prima novità. Nel dettaglio, per uso domestico sarà pari a 100 euro  (200, invece, per uso diverso). Da segnalare che, poco prima della sfiducia, l’amministrazione precedente portò il canone fisso semestrale per uso domestico da 40 a 46 euro. Per uso diverso, invece, il canone fisso semestrale passò da 86 a 96 euro. Facendo un piccolo salto nel passato, l’ultima amministrazione Bucci lasciò a 70 euro il canone annuale. Diviso – così come fece l’amministrazione Di Tommaso – in semestri. In pratica, la tariffa era di 35 euro ogni sei mesi. Tutto ciò consentiva di non superare praticamente mai l’eccedenza. Cosa che difficilmente accadrà oggi dato che, col passaggio al canone annuale, gli 80 metri cubi sono facilmente superabili nell’arco di un anno da una famiglia media. Per la maggioranza Folco, le motivazioni vanno ricercate nei maggiori costi di gestione (energia elettrica e manutenzione della rete) oltre che nella cospicua dispersione che si registra tra quella immessa nella rete e quella risultante dai consumi degli utenti. Così, la maggioranza ha cercato di attivarsi per una progressiva riduzione dei costi . Dalla montagna, però, sembra essere partorito il solito topolino. Prendiamo qualche esempio. Si pensi prima di tutto alla delibera 66 del 12.11.2013, con la quale la giunta deliberò atto di indirizzo all’ufficio tecnico di determinare la profondità della falda acquifera in località Fontana e località Mezza Costa e di adoperarsi per una relativa riduzione dei costi. Peccato però che le intenzioni della giunta sono rimaste soltanto tali visto che si decise di impegnare la modica somma di 700 euro per una mole di lavoro certamente cospicua. Di esempi ce ne sono altri. Come dire, la volontà c’è. Tradurla in fatti concreti è più complicato. Si pensi ad altre due delibere di giunta: la 48 del 29.10.2013 e la 4 del 2.01.2014. In questo caso, ciò che fa sorridere è la capacità della classe dirigente di far marcia indietro in maniera così repentina e abile. Se col primo dei due atti la giunta deliberò di autorizzare il sindaco per l’emissione di apposita ordinanza con la quale si disponeva che tutti gli utenti del servizio idrico comunale avrebbero dovuto posizionare il contatore dell’acqua potabile al confine tra proprietà privata e suolo pubblico, ecco che con la delibera numero 4 del 2 gennaio scorso, la giunta estrae dal cilindro un vero capolavoro. L’assessore ai lavori pubblici, al fine di evitare la dispersione dell’acqua, tra le varie cose, proponeva questa volta l’eventuale posizionamento esterno rispetto alla proprietà privata dei contatori. Da notare l’abilità con cui veniva utilizzata la lingua italiana. Quell’ “eventuale” è difatti una sorta di “io vorrei, non vorrei, ma sicuramente non posso”. Infatti, di quella che sarebbe dovuta sfociare in una ordinanza sindacale bella corposa non è rimasto praticamente nulla. Sempre nella stessa delibera (la 4 del 2 gennaio 2014), la giunta deliberò di approvare la proposta formulata dal vicesindaco relativa ad una serie di adempimenti necessari alla risoluzione del problema della dispersione dell’acqua dall’acquedotto comunale. La giunta, tra l’altro, deliberò di formulare atto di indirizzo all’ufficio tecnico per la piombatura dei contatori per monitorarne meglio i consumi. Nulla da eccepire naturalmente su questa decisione. Anzi, mai decisione fu più giusta. Ciò lascia perplessi, invece, è la scelta dei sigilli: la decisione della giunta è infatti caduta sulle marche auricolari bovino\caprine. Sulla cui regolarità a fini legali, tra l’altro, sussiste più di un dubbio. In sintesi, atti su atti per produrre poco o nulla. Dopotutto, è anche vero che “l’uomo è la sola creatura che consuma senza produrre”. Lo scrisse George Orwell. Manco a dirlo, nel suo capolavoro intitolato “La fattoria degli animali”.

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un commento

  1. Giovanni Pisaturo

    A prescindere della veridicità del contenuto dell’articolo, va sottolineato che un sigillo di sicurezza non va confuso con un sigillo di garanzia!
    La differenza di entrambi i metodi è ovvia rispetto il fabbisogno degli stessi.
    Non voglio dilungarmi sull’aspetto tecnico per quanto concerne i sigilli, come vanno apposti e le loro caratteristiche, ne tantomeno commentare l’operato di chi ha disposto tale servizio.
    Va bene così!!!!
    Complimenti all’esimio assessore