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VENAFRO – Industrie inquinanti, istituzioni in letargo e cittadini indignati: scatta la denuncia alla Corte di Giustizia Europea. Chissà se Aldo Patriciello “perorerà” la causa del suo popolo?

VENAFRO – Da mesi l’aria nella piana di Venafro è irrespirabile. La causa, secondo quanto denunciato dal neonato comitato cittadino, sarebbe facile da individuare. Ma le istituzioni non si muovono, facendo sfoggio del classico scaricabarile. Così la gente, indignata e offesa, ha presentato denuncia alla  Alla Corte di giustizia dell’Unione europea,  Alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, Alla Presidenza della Repubblica Italiana,  Al Ministero della Salute, Al Ministero dell’Ambiente, Alla Prefettura di Isernia ,  alla Questura di Isernia,  Alla Regione Molise, alla Provincia di Isernia, Al Comune di Venafro, alla Dda, e poi tutti gli altri enti e autorità competenti.

Chissà   se l’onorevole Aldo Patriciello, venafrano doc e parlamentare europeo prenderà a cuore la situazione tanto da fare pressioni inenarrabili sulle autorità competenti affinchè venga fatta piena luce sulla vicenda e affinchè venga fatta rispettare la legge. Chissà se l’europarlamentare riterrà necessario un suo intervento in favore dei suoi concittadini che da mesi non possono aprire le finestre delle proprie abitazioni per tenere lontano “odori e sapori” non proprio  “francesi”. Chissà se lo farà oppure resterà – come tante altre istituzioni – inerme. Mica ci sarà qualche conflitto di interesse? Del resto lui, l’europarlamentare Patriciello è uno che – sulla carta – è molto attento all’ambiente e alla salute della gente. Quindi quale occasione migliore per mettere in campo tanti bei propositi? Sono questi i dubbi che da settimane sembrano rendere  insonni le notti di molti venfrani.

Intanto poche ore fa dalla piazza virtuale dei social network siamo passati alla piazza reale, a questa assemblea popolare caratterizzata da temi di straordinaria importanza: la salute pubblica e il rispetto dell’ambiente. Ci siamo ritrovati al Convento di San Nicandro non solo per invocare la protezione dei nostri Patroni, ma anche per  decidere quali azioni intraprendere a tutela della salute dei nostri figli e dei nostri nipoti, il cui futuro si prospetta sempre più incerto. Purtroppo abbiamo motivo di credere che negli ultimi tempi la qualità dell’aria che respiriamo sia ulteriormente peggiorata. Anzitutto le presentazioni: siamo un movimento civico, spontaneo ed apolitico, nato dalla rete, dai social network. Un movimento che non ha un leader e che, contrariamente a quello che taluni tentano di  insinuare, non nutre odio verso nessuno, non si lascia strumentalizzare da nessuno e non vuole colpire nessuno. Noi non vogliamo che gli opifici industriali, grandi o piccoli che siano, smettano di produrre; noi vogliamo semplicemente che tali opifici si adeguino alle normative vigenti in materia di emissioni in atmosfera e nel suolo. In poche parole pretendiamo che non siano inquinanti. Lo pretendiamo non a chiacchiere, ma con il conforto di dati certi, forniti in trasparenza assoluta da organismi preposti che agiscano alla luce del sole e nei momenti opportuni. Troppo comodo effettuare le misurazioni quando le ciminiere sono spente… Noi siamo semplicemente cittadini esasperati dall’impotenza delle istituzioni rispetto ad un problema, quello dell’inquinamento atmosferico, che negli ultimi tempi ha raggiunto livelli tali da destare grande preoccupazione in città. La questione che ci ha indotti a scendere in campo è di tale gravità che risulterebbe riduttivo addossarci l’etichetta dei cittadini “indignati”. Indignati lo siamo certamente, per l’evidente inefficienza delle istituzioni che dovrebbero tutelarci, ma ancora di più noi siamo dei cittadini “avvelenati”. Avvelenati nel fisico e nell’animo, per il perdurare di una situazione che ci preoccupa, che ci fa temere per la nostra salute e per il futuro dei nostri figli.  Il nostro intento è quello di richiamare l’attenzione pubblica sul drammatico problema dell’inquinamento atmosferico che attanaglia l’intera Piana di Venafro, attraverso una serie di iniziative tendenti a sollecitare l’intervento degli enti e delle istituzioni preposte. Questa assemblea vuole essere il primo passo, ma, se necessario, daremo luogo ad altre iniziative, ben più clamorose…

Prima passare al dibattito, voglio preannunciarvi che al termine di questo incontro vi chiederemo, e pretendiamo che primo firmatario del documento sia il sindaco della città, di sottoscrivere un esposto che nei prossimi giorni ci preoccuperemo di inviare alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, alla Corte di giustizia dell’Unione Europea, alla Presidenza della Repubblica Italiana, al Ministero dell’Ambiente ed al Ministero della Sanità, oltre che (per conoscenza) alle istituzioni locali ed alle forze dell’ordine.

Esposto cittadini di Venafro relativo a fenomeni di inquinamento ambientale:

Caratterizzata da una posizione geografica invidiabile e da una orografia variegata, la Piana di Venafro è bagnata da due fiumi, il Volturno e il Durone, oggi denominato “San Bartolomeo”. Non a caso i fondatori della città (la leggenda ne attribuisce le origini al mitico Diomede), ne coniarono il nome attraverso l’unione semantica dei lessi “Venus” (con cui i Sanniti indicavano la bellezza della natura) e “frif” (col quale venivano denominate le messi). Furono i rigogliosi campi di grano, quindi, a determinare la nascita dei primi insediamenti colonici ai piedi della montagna oggi conosciuta come “Monte Santa Croce”. Non di meno i romani ebbero ripetutamente a lodare la fertilità di questa pianura e la bontà dei suoi prodotti, dai frumenti all’impareggiabile olio d’Oliva, le cui proprietà organolettiche non trovano riscontro nell’intero bacino del Mediterraneo. Una terra baciata da Dio, che ha fornito sostentamento e benessere a generazioni di Venafrani ed ha fatto assurgere la città a centro di riferimento dell’intera alta valle del fiume Volturno.

La Piana di Venafro

Dove uomini operosi e lungimiranti in quasi tre millenni hanno saputo creare progresso e cultura, altri uomini, avidi e dissennati, mossi dall’insano miraggio del profitto ad ogni costo, in pochi decenni hanno seminato degrado e malattia, insinuando tra le popolazioni locali il peggiore dei mali che possa colpire una comunità: la paura del futuro. Oggi la Piana di Venafro balza agli “onori” delle cronache per essere una delle “discariche” prescelte dalla criminalità organizzata della limitrofa Campania per interrare rifiuti di dubbia natura (sconcertanti al riguardo le rivelazioni del pentito Schiavone). Oggi la Piana di Venafro balza agli “onori” delle cronache per essere un luogo dove si scava nel tentativo incerto di portare alla luce le prove di una verità angosciante. Oggi la Piana di Venafro balza agli “onori” delle cronache per essere diventata sede di opifici che rendono l’aria irrespirabile, che alterano gli equilibri della natura e minacciano la salute pubblica. I Venafrani di oggi, eredi di quei nobili e fieri sanniti che fondarono la città, hanno infine perso anche il diritto di respirare. L’aria, soprattutto in determinate condizioni metereologiche, si satura di fumi maleodoranti, che causano nausea, difficoltà respiratorie, irritazioni agli occhi e alla gola. Ne soffrono tutti, in particolare ne subiscono le negative conseguenze i bambini e gli anziani. Nemmeno barricandosi in casa i venafrani riescono a sottrarsi al veleno che pervade l’atmosfera. Un odore acre e sgradevole penetra dalle finestre, invadendo le stanze, gli uffici e le scuole.

A ben poco sono finora servite le denunce e le sollecitazioni da più parti inoltrate alle istituzioni politiche locali e regionali, alla Magistratura, all’Arma dei Carabinieri ed al Corpo Forestale dello Stato. In particolare i cittadini stigmatizzano l’operato dell’Arpa Molise (l’Agenzia regionale per l’Ambiente), che dovrebbe provvedere alla misurazione ed alla certificazione dei livelli delle eventuali sostanze nocive immesse in atmosfera dagli opifici industriali della Piana di Venafro. Una recente circolare interna dell’Arpa Molise (risalente al dicembre 2013) attesta la drammatica precarietà in cui versa l’Agenzia, che da qualche tempo non dispone nemmeno delle risorse per l’acquisto dei reagenti e di altri materiali necessari al funzionamento del laboratorio analisi, tantomeno dei fondi per rinnovare o far riparare i macchinari rotti o datati. La stampa regionale ha ampiamente riportato i contenuti della circolare in questione, della quale ben sono a conoscenza i vertici politici ed amministrativi della Regione Molise: “Nonostante le reiterate richieste inviate, si deve evidenziare una situazione di fatto esistente che vede i laboratori del Dipartimento (di Campobasso) nell’impossibilità di eseguire qualsiasi analisi strumentale in campo ambientale”. Ma non è tutto, sempre dallo stesso documento interno si apprende che almeno quattro strumenti, tra i più importanti, sono inutilizzati e non vengono riparati. Tanto non bastasse, dalla circolare si evince inoltre che “il laboratorio oggi versa in una situazione di blocco totale che probabilmente non potrà essere risolta in tempi brevi”. Pertanto, “non si possono eseguire le dovute attività di controllo sulle matrici ambientali e in particolare sui siti inquinati, sui rifiuti e sull’aria, lo stesso vale per il controllo sulle acque”. In definitiva l’Arpa del Molise non sarebbe oggi nelle condizioni di onorare quegli scopi per cui è stata istituita, proprio in un momento di estrema emergenza sul fronte dei rifiuti, dell’inquinamento ambientale e dei rischi per la salute pubblica.

 

Di fronte al perpetrarsi degli attacchi all’ambiente ed alla salute pubblica, di fronte al preoccupante aumento dei casi di tumore, di fronte all’impotenza ed all’esasperante lentezza degli enti e delle istituzioni preposte alla salvaguardia dell’ambiente, alla tutela della salute pubblica ed alla difesa del diritto dei cittadini di respirare aria pulita e scevra da odori nauseanti, i Venafrani firmatari di questo documento hanno infine deciso di lanciare un accorato appello alle massime istituzioni europee e nazionali. Il fine di queste iniziativa è quello di ottenere risposte concrete, attraverso immediate e risolutive azioni di tutela dell’ambiente e della salute pubblica. I Venafrani firmatari di questo documento chiedono altresì che il Registro regionale dei tumori diventi operativo in tempi rapidissimi.

Tutto ciò premesso

CONSIDERATO

Che la situazione descritta rappresenta un pericolo sociale in quanto causa:

1)      Danni alla salute in conseguenza dell’inquinamento;

2)      Preoccupazione costante per le conseguenze ambientali;

3)      Timore per la sicurezza delle attività commerciali, degli esercenti che vi operano e dei clienti;

4)      Alterazione dei rapporti familiari, poiché vengono a determinarsi condizioni di nervosismo che turbano l’equilibrio tra le persone che vivono sotto lo stesso tetto;

5)      Danni economici diretti ed indiretti che inevitabilmente incidono sul bilancio delle famiglie;

 

I FIRMATARI DI QUESTO DOCUMENTO CHIEDONO

che siano svolte opportune indagini su quanto premesso, al fine di valutare se esistano fatti rilevanti ai fini dell’azione penale e di conseguenza sia disposto con urgenza il sequestro di eventuali opifici interessati all’inquinamento e/o la sospensione della immissione di fumi in atmosfera. Tale sospensione è richiesta fino a quando non verranno realizzate le infrastrutture necessarie alla sicurezza ambientale ed al rispetto della salute pubblica.

Primo firmatario dell’esposto: Antonio Sorbo (sindaco di Venafro)

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