Cellole – Non fu un tragico incidente, bensì fu omicidio preterintenzionale. Determinanti le indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca che hanno fornito al Pubblico Ministero prove e testimonianze. Su queste basi il Giudice per le Indagini preliminare del Tribunale dei minori di Napoli ha impresso una svolta nel caso della morte dell’imprenditore Giovanni Sasso, deceduto durante una banale lite davanti alla sua attività commerciale. Il minorenne coinvolto in quella vicenda è accusato, ora, di omicidio preterintenzionale e per questa ragione, circa un mese fa, è stato tratto in arresto e relegato nella propria abitazione con autorizzazione a recarsi a scuola. Lo scorso venerdì l’indagato – difeso dall’avvocato Di Matteo – ha affrontato il riesame. I giudici hanno rimesso in libertà il minore evidenziando la sua fattiva collaborazione alle indagini e il suo pentimento per quanto fatto. Tuttavia a carico del 17enne di Cellole si instaurerà un processo nel quale dovrà rispondere del gravo reato di omicidio preterintenzionale.
L’omicidio preterintenzionale è un omicidio conseguente ad altri reati, ma che va “oltre l’intenzione” di uccidere, ed è un delitto previsto dall’ordinamento italiano all’art. 584 del c.p
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