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foto di repertorio

SAN TAMMARO – Uccisa davanti al figlio di sette mesi, in corso l’autopsia sul corpo di Katia Tondi

San Tammaro (Maria Giovanna Pellegrino) – Omicidio Katia Tondi, la giovane madre strangolata in casa a San Tammaro sabato scorso: il pm Domenico Musto della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha firmato ora l’incarico per il conferimento della perizia autoptica sul cadavere della giovane uccisa nel suo appartamento, mentre il bambino di 7 mesi dormiva ed il marito era assente. La perizia dunque è in corso, presso l’istituto di Medicina Legale di Caserta, alla presenza dei vari periti nominati non solo dalla Procura ma anche dal marito Emilio Lavoretano e dal padre della vittima Carlo Tondi, attraverso il loro legale, l’avvocato Natalina Mastellone. Le cause della morte sono apparse evidenti sin dalla prima ispezione cadaverica, perché la poverina aveva evidenti segni di strangolamento intorno alla gola. Segni lasciati presumibilmente da una corda che in casa e nelle campagne circostanti, che pure sono state perlustrate, non è stata trovata. L’autopsia dovrà stabilire l’orario preciso della morte ed anche le cause delle contusioni presenti sul volto di Katia che presentava dei lividi in faccia come se fosse stata colpita prima della morte da un violento colpo che l’avrebbe stordita. Per il momento le luci dei riflettori sono puntate sul marito che è stato già sentito a lungo dagli investigatori e dallo stesso pubblico ministero. La sua versione dei fatti da lui fornita anche se inverosimile è apparsa lineare. Lauretano dice di essere uscito sabato sera per andare a fare un po’ di spesa, lasciando la moglie a casa con il pargoletto che dormiva. Dopo le ore 20 ha fatto rientro, trovando Katia distesa sul pavimento del corridoio. L’ha scossa, ha tentato di rianimarla, ma avendo capito che era morta è corsa a chiamare i vicini e poi i genitori. La camera da letto, in particolare l’armadio, era a soqquadro. Dunque l’omicidio sarebbe stato commesso allo scopo di un furto? Versione alla quale non credono gli inquirenti per le modalità, anche perché dall’appartamento nulla è stato portato via. L’omicidio sarebbe stato consumato tra le 19.30 e le 20 di sabato scorso, mentre il marito dice di essersi assentato per fare delle compere. In meno di mezzora il killer è entrato nell’appartamento senza problemi, facendosi aprire dalla stessa Katia, dato che sulla porta non ci sono segni di effrazioni, avrebbe rovistato in camera da letto, sarebbe stato sorpreso e per non essere denunciato avrebbe strangolato la sua vittima. Il tutto nel più assoluto silenzio, perché i vicini di casa che pur sono stati interrogati non hanno sentito alcun rumore, né urla. Sembra inverosimile che Katia si sia fatta strangolare senza urlare, senza difendersi,  per cui è probabile che sia stata prima colpita, stordita e poi uccisa. Il killer avrebbe poi inscenato il furto per depistare gli inquirenti. Questo è l’unico elemento certo in mano agli investigatori della squadra della Polizia Giudiziaria del commissariato di Santa Maria Capua Vetere, diretto dal dottor Trocino.  Nell’appartamento la Pg ha sequestrato delle buste ed altri oggetti per il rilievo delle impronte digitali che potrebbero essere state lasciate dal killer mentre metteva in disordine l’armadio. Le impronte sono state prese anche ai familiari di Katia. Si aspettano gli esiti della Scientifica per la comparazione e oggi anche quelli dell’autopsia che dovrebbero completare per gli inquirenti il tassello mancante,  senza il quale la Procura al momento non può fare altro.

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