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CASERTA – Crac Contemporaneo Caffè, i fratelli Crisci parlano

Caserta (Maria Giovanna Pellegrino) –  Crac al Contemporaneo Caffè: spifferano tutto i fratelli Crisci. Sandro nega ogni addebito, mentre il fratello Gerardo lo difende e si addossa ogni colpa. Scortati dai militari in tribunale al secondo piano ed accompagnanti dai familiari in lacrime i due fratelli Alessandro e Gerardo Crisci, titolari del Contemporaneo Caffè e di altre società, hanno accettato di rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari Caparco che stamattina li ha messi sotto torchio. Alessandro, difeso dall’avvocato Bernardino Lombardi, ha accetto di rispondere alle domande cercando di chiarire la sua posizione. “Mi sono solo fidato ciecamente di mio fratello Gerardo”. Queste le prime parole dell’indagato che venerdì scorso è stato confinato agli arresti domiciliari su ordinanza dello stesso gip dinanzi al quale stamattina è comparso per l’interrogatorio di garanzia. “Per fare semplicemente un favore a mio fratello – ha continuato Sandro- ho accettato di entrare nelle varie compagini societarie, all’interno delle quali Gerardo non poteva comparire non potendosele intestare. Degli affari, del giro di danaro che mi accusate, di questa bancarotta, io giuro che non ne so un bel nulla, perché io mi sono sempre occupato del mio lavoro di parrucchiere facendo semplicemente da prestanome. Mio fratello mi diceva di firmare ed io lo facevo. Tutto qui. Per quanto riguarda la movimentazione di danaro che pure ho visto, perché a me sono arrivati dei bonifici, io pensavo che era tutto legittimo e sono ancora di questo parere. Per il resto non so cosa altro aggiungere”. Un interrogatorio quindi breve, meno di mezzora, da parte di Sandro Crisci solo per protestare la sua estraneità ai fatti aggiungendo inoltre di non aver avuto mai alcun contatto con il commercialista Giuseppe Balbi e con l’avvocato civilista Antonio Chiummariello, pure essi indagati a piede libero come Nello Albero, Michele Dello Stritto, Carmela Natale e Gaetano Cioffi, funzionaro e dipendente bancari e Paola Masotti, moglie di Gerardo. In merito l’avvocato Lombardi del foro di Santa Maria Capua Vetere non ha fatto alcuna istanza di revoca della misura restrittiva. Si è rimesso alla volontà del magistrato.  All’interrogatorio di Sandro ha fatto seguito l’escussione di Gerardo, ritenuto dagli inquirenti il deus ex machina insieme a Mario Di Sparano. Gerardo, assistito dall’avvocato Antonello Fabrocile, pare che abbia ammesso le circostanze già riferite dal fratello Sandro contribuendo a scagionare il germano ed ammettendo i fatti inconfutabili che sono emersi dalla documentazione che il pm Antonella Cantiello ha fatto sequestrare dalle Fiamme Gialle.



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