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NAPOLI – Allevamento di prodotti ittici, blitz della Procura: sequestrate 300 tonnellate di prodotti. Erano pericolosi per la salute umana

NAPOLI – In data odierna ufficiali di Pg della Capitaneria di Porto di Napoli hanno proceduto a sequestrare due impianti di allevamento di mitili situati nelle acque del lungomare partenopeo, rispettivamente a Nisida – località “Punta Cavallo” – e a ridosso di Castel dell’Ovo, occupanti un’area complessiva 134.400 metri quadrati di spazio demaniale marino, eseguendo un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del Tribunale di Napoli su richiesta della VI Sezione di questa Procura della Repubblica. Il provvedimento in parola è stato emesso in relazione a condotte di detenzione per il commercio e la distribuzione per il consumo di alimenti pericolosi per la salute pubblica, nel caso di specie molluschi bivalvi (cozze), allevati negli impianti della Cooperativa “C Salvatori* di Nisida e della “Cooperativa Ormeggiatori’Luciani diNapoli di Santa Lucia” Invero:

nel primo caso, la relativa porzione di specchio acqueo (ampia 21359 mq e destinata alla colture dei mitili) è risultata posta ad una distanza inferiore a 500 mt. da fonti di inquinamento primario, costituite nella fattispecie dalla foce di scarico del collettore fognario troppo pieno di Posillipo e dalla foce degli scarichi fognari del Carcere Minorile di Nisida;

nel secondo caso, i due specchi acquei dati in concessione -ampi complessivamente circa 90.000 mq- sono risultati dislocati ad una distanza inferiore a 500 mt. dalle foci di scarico fognario urbano, collocate rispettivamente (la prima) all’altezza dell’intersezione tra via Niccolò Tommaseo e via Partenope, (la seconda) all’altezza dell’intersezione tra via Ugo Foscolo e via Partenope, (la terza) in rada Santa Lucia denominato “Fonte Ovo”, (la quarta) in rada Santa Lucia (collettore fognario troppo pieno), (la quinta) in rada Santa Lucia, adiacente al “Circolo Savoia”.

Al riguardo, infatti, si deve evidenziare che la normativa di settore prevista dalla DGR della Campania n. 229/11 e dal Regolamento CE n. 854/04 nel settore dei molluschi bivalvi proibisce che i mitili allevati in impianti posti a distanze inferiori a 500 md da fonti di inquinamento primario possano essere destinati al consumo umano, ritenendosi tali alimenti intrinsecamente pericolosi per la salute umana.  Altra condotta illecita per la quale è stato emesso il provvedimento cautelare in questione è contestata soltanto alla Ormeggatori Luciani di Napoli di Santa Lucia, in quanto dalle misurazioni effettuate con sofisticate apparecchiature nel corso delle indagini è emerso che tale concessionaria occupa abusivamente quasi 23.000 mq di spazio demaniale marino.  Inoltre le indagini -durate circa un anno e sviluppatesi anche mediante l’ausilio di consulenti veterinari e microbiologi e con le analisi di campioni di acqua- hanno consentito di accertare che in alcuni mesi dell’anno gli specchi d’acqua sequestrati e sui quali insistono gli allevamenti in esame, a prescindere dalla distanza illegale dalle fonti di inquinamento di loro porzioni, risultano essere comunque caratterizzati da una elevata concentrazione di germi patogeni, con particolare riferimento ad enterococchi ed escherichia coli, che filtrati dai molluschi, ne restano all’interno, adulterandone le qualità alimentari e rendendoli estremamente pericolosi per la salute. Ulteriori analisi compiute sui sedimenti residuati all’estrazione di carote dei sottostanti fondi marini, inoltre, hanno evidenziato che nelle acque in questione è estremamente alta la presenza di piombo e rame, elementi chimici che, se direttamente e/o indirettamente ingeriti, risultano estremamente nocivi per la salute dell’uomo, oltre che irrimediabilmente dannosi per l’intero ecosistema marino. L’operazione in questione consente di sottrarre alla disponibilità dei consumatori un quantitativo che, allo stato, può essere stimato in circa 300 (trecento) tonnellate di alimenti pericolosi per la salute pubblica, garantendo quel necessario controllo dell’intera filiera ittico/alimentare, in relazione alla quale, sotto il diretto coordinamento di questo Ufficio, da tempo la Guardia Costiera ha avviato una capillare e complessa azione di vigilanza e di controllo in modo da garantire una sistematica azione di deterrenza atta a prevenire il reiterarsi di analoghi fenomeni criminosi.

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