Sessa Aurunca – Convento di Santo Stefano: un altro scrigno di storia lasciato all’incuria e alla trascuratezza

Sessa Aurunca (di Carmine Di Resta) –Doveva diventare un albergo, invece parte del Convento di Santo Stefano sta cadendo a pezzi. Un altro scrigno di storia lasciato all’incuria e alla trascuratezza. Un edificio di pregio che negli anni è stato sede della ex Pretura, della Caserma dei Carabinieri e del carcere. Anni fa la parte a nord è stata salvata con il rifacimento in legno della tettoia, tuttavia la parte sud sta crollando per l’acqua che entra, infatti la copertura non esiste più. Sito all’ingresso della Città, prospetta sull’area archeologica su cui insiste il Teatro Romano; potrebbe diventare una magnifica sede di attività culturali e di spettacoli di rilievo artistico. Esisteva un’idea progettuale che il complesso potesse diventare anche un albergo a Servizio del Teatro che domina la valle. Quando era sindaco l’indimenticato professor Elio Meschinelli fece richiesta – a nome di tutta la comunità –  per la candidatura della Città al Bando Concorsuale di premialità, a disegno regionale, per il recupero del complesso monumentale Convento di Santo Stefano. La richiesta fu inoltrata al Presidente del Parco regionale “Roccamonfina – Foce del Garigliano”. In più l’ex sindaco evidenziava che il Comune disponesse di un progetto esecutivo cantierabile redatto dal prof. Carlo Coppola, già formalmente censito fuori tetto nell’ambito del P.I. Parco. Il recupero del Complesso doveva consentire alla intera comunità del Parco un recupero monumentale significativo e la fruizione di una struttura polifunzionale di alta rappresentanza. La chiesa di Santo Stefano fondata nel 1233 è appartenuta alle clarisse ed ha subito una trasformazione attraverso i secoli. Un grido di dolore dei cittadini, dettata dalla volontà di dare ancora più pregevolezza ad una città che racchiude grandi tesori e testimonianze storiche. Si deve far presto altrimenti rimarranno solo le macerie.