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PIEDIMONTE MATESE – Miracolati a Boston, Riselli torna in città

PIEDIMONTE MATESE – Umberto Riselli, la moglie Ida e la figlia Serena, oggi ritornano in città. Sarà il momento dell’abbraccio e del conforto dopo gli attimi di terrore vissuti per le bombe esplose durante la maratona Boston.
Umberto, avrebbe riferito ad alcuni amici, è ancora turbato per il pericolo corso dalla moglie e dalla figlia che si trovavanoa pochi metri dalle due potenti esplosioni.
Era stata la passione per le corse e per le maratone  a portare Umberto Riselli e parte della sua famiglia fino a Boston. Doveva essere una festa per il maratoneta di Piedimonte Matese, invece, si è trasformato in un terribile incubo.
Quando è partito l’attacco terroristico con l’esplosione della prima bomba Umberto Riselli si trovava a qualche chilometro dal punto dal traguardo, quindi dal punto dell’esplosioni. Quindi Umberto era in una zona sicura.
La figlia Serena e la moglie Ida, invece, si trovavano a cento metri, circa dal punto dove erano state collocate le bombe. Erano proprio nei pressi del traguardo e attendevano l’arrivo di Umberto per le foto di rito e per far sentire il proprio calore al maratoneta.
Il racconto di Serena
«In prossimita’ del traguardo – come ha detto  – c’era troppa gente e percio’ abbiamo pensato di allontanarci in attesa che transitasse mio padre con la speranza di vederlo passare in prossimita’ del segnale dell’ultimo miglio».
Scoppia la prima bomba, quindi la seconda bomba, le due donne odono distintamente le deflagrazioni, in particolare l’ultima, vicinissima; «inizialmente l’illusione e’ stata quella che si trattasse di spari in occasione del patriot day, come era accaduto al mattino – prosegue la ragazza – ma poi abbiamo visto alzarsi una colonna di fumo denso a pochi metri da noi, cosi’ ho afferrato mia madre per una mano e abbiamo iniziato a correre imbattendoci da subito in poliziotti e militari. In mezz’ora abbiamo raggiunto l’albergo». Serena contatta a quel punto il padre. «L’ho chiamato al telefono avvisandolo di quanto fosse accaduto: lui che era in corsa, a pochi km dall’arrivo ancora non sapeva nulla. Poi una volta fermata la corsa, dopo circa un’ora ci ha raggiunte in albergo». La famiglia Riselli tornera’ in Italia oggi.
I momenti più drammatici, per Ida e Serena, sono  stati quelli immediatamente successivi alla seconda esplosione. Infatti le due donne  hanno tgemuto per la loro incolumità, hanno tentato riparo gettandosi a terra, così come hanno fatto centinai di altre persone che erano in quel punto. Mentre la prima bomba era stata confusa, da molti presenti, con spari di fuochi pirotecnici, dopo la seconda esplosione non vi sono stati più dubbi. Le urla di paura e di dolore di tanti feriti, le persone riverse a terra, il panico che si diffondeva ovunque, non ha più lasciato spazio ad alcun dubbio: si trattava di un attentato. Ida e la figlia Serena hanno cercato di allontanarsi il più velocemente possibile dal luogo dell’esplosione facendosi spazio fra la folla. Il loro primo pensiero è andato subito ad Umberto. Il timore era che altre esplosioni avessero colpito l’uomo impegnato nella corsa.
Poi, dopo alcuni minuti la tlefonata che ha rasserenato gli animi. La polizia ha chiesto a tutti di rientrare in albergo e di restarvi il più possibile, ma, soprattutto, di evitare i luoghi affollati.  Umberto Riselli e la sua famiglia voleva rientrare immediatamente in Italia ma subito dopo l’attentato sono stati chiusi tutti gli aereoporti e lo spazio aereo sopra Boston. Quindi impossibile ritornare in Patria. Così la partenza è stata rimandata a oggi.

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