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PIANA DI MONTEVERNA – Omicidio Santabarbara, nipote condannato a 16 anni

PIANA DI MONTEVERNA (maria giovanna pellegrino) – Sedici anni al killer dell’anziana Lina Santabarbara,  sgozzata la mattina del 5 gennaio dell’anno scorso, all’interno della sua abitazione a Piana di Monte Verna. Pasqualino De Siano, il nipote, è stato condannato ieri mattina dal gup Caramico D’Auria del tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
Il giudice ha accolto la tesi dell’accusa rappresentata dal pm Carlo Fucci e non quella della difesa rappresentata dall’avvocato Bernardino Lombardi che aveva invocato l’infermità di mente per il suo assistito che si trova tuttora detenuto presso una casa di cura per malati di mente.
Il giudice ha però assolto De Siato dall’accusa di rapina e di porto e detenzione di un coltello.
L’arma non è mai stata ritrovata né l’imputato ha mai riferito dove l’ha nascosta.
Il killer è stato assolto anche dalla contestazione di rapina, poiché all’anziana donna le è stato strappato dal collo una catenina con un crocifisso.
Del gioiello è rimasto solo il segno della lacerazione intorno al collo della poverina.
In giudizio era costituita anche la parte civile, gli altri familiari della vittima ai quali andrà una provvisionale di 20mila euro.
La parte civile era assistita dall’avvocato Romolo Vignola.  La procura è riuscita a chiudere subito il caso ed il processo anche se restano dei vuoti su presunti complici che abbiano potuto aiutare De Siato il quale non è molto lucido di mente.
In tal senso c’erano delle illazioni confidenziali raccolte in paese che tali sono rimaste. Anche le numerose impronte repertate all’interno dell’abitazione della vittima avevano lasciato supporre ciò.
De Siano in merito non si è mostrato molto collaborativo con gli inquirenti anzi egli in primo momento negò ogni addebito a suo carico, ma è stato il solo ad essere stato sottoposto al test del Dna il giorno stesso in cui fu fermato solo come persona informata dei fatti perché fu egli a far  ritrovare il cadavere della zia.
Contro di lui però successivamente arrivarono i riscontri sui prelievi e sulle prove raccolte dal Racis di Roma e la conferma del Dna repertato nell’abitazione della donna, sangue che avrebbe perso De Siano da una ferita alla mano che si sarebbe procurato durante la colluttazione con la zia.
A De Siano, quando fu condotto in caserma il giorno dell’omicidio i carabinieri gli sequestrarono solo le scarpe ed i pantaloni ricoperti di sangue. Con le scarpe insanguinate De Siano ha lasciato delle impronte nella camera da letto della zia al piano superiore rinvenuta a soqquadro.
Anche il pantalone  era ricoperto di sangue e presentava l’impronta di una mano su una coscia.
De Siano anche se in maniera non molto convincente   giustificò le macchie di sangue che aveva addosso dicendo di essersi sporcato quando provò a girare la zia che era a terra in una pozza di sangue quella mattina del 5 gennaio poco dopo le ore 11 quando andò a farle visita.
L’assasinio della donna scosse fortemente il piccolo paese che per lungo tempo ha vissuto nel terrore per l’efferato delitto dell’anziana.

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