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CASAL DI PRINCIPE – Oggi moriva don Peppe Diana: c’è uno spiraglio per la beatificazione

Casal di Principe – Alle iniziative in memoria del parroco di Casal di Principe. Ammazzato dalla camorra c’è l’arcivescovo Bortolone.  Si apre uno spiraglio per l’inizio della beatificazione di don Peppe Diana. E si apre nel giorno del diciannovesimo anniversasio della sua uccisione. Infatti alla riflessione sul sacrificio del sacerdote di Casal di Principe (questo pomeriggio, dopo la messa di suffragio nella parrocchia di San Nicola di Bari), oltre al vescovo di Aversa monsignor Angelo Spinillo e al magistrato Donato Ceglie, parteciperà anche l’arcivescono di Catanzaro-Squillace, e principalmente postulatore della causa di beatificazione di don Giuseppe Puglisi, che si sta avviando a conclusione.

LA “MACCHINA DEL FANGO” – Su un avvio del processo di beatificazione del sacerdote diventato simbolo della lotta allla camorra nell’agro aversano e non solo, ha pesato la «macchina del fango» che si è messa in moto subito dopo l’omicidio con calunnie e falsi testimoni. Tra le altre manovre quella di una sedicente giornalista che arrivò a dichiarare al processo di essere stata l’amante del sacerdote: solo che quella «giornalista» non esisteva da nessuna parte, non aveva mai scritto un articolo per la testata per la quale diceva di lavorare né per altre testate. Tutto falso. Fallita questa manovra cominciò quella di presunti favori fatti ai clan. Tutti tentativi che non hanno sortito effetto. Venne messa in moto anche una campagna di stampa che è stata stigmatizzata e contraddetta. Infangare il nome di don Diana è stato un boomerang per la camorra, ma ha avuto l’effetto di bloccare qualsiasi iniziativa per la sua beativicazione.

IL VESCOVO SPINILLO – Iniziativa che si mette in moto adesso. Lo dice tra e righe lo stesso vescovo Spinillo quando afferma che «la Diocesi di Aversa, in occasione di questa celebrazione in memoria di Don Peppino Diana, vorrà soprattutto riprendere e rimeditare il valore della testimonianza che, oltre ogni atteggiamento o visione di eroismo solitario, è messaggio che comunica e chiama a condividere, nella luce della fede comune, un sincero amore alla verità, una robusta fedeltà alla giustizia verso ogni uomo, una serena speranza che, sul modello di Gesù, si traduce sempre in generosa offerta di carità fraterna, in dono di redenzione e di salvezza per tutti gli uomini». Un modo come un altro per dire che bisogna cominciare a pensare a quello che è stato il sacrificio del sacerdote e quindi cominciare il lungo iter della beatificazione.
Per anni, la chiesa non ha preso una netta posizione (e quella di oggi per questo motivo assume un particolare rilievo) sul sacrificio del sacerdote di Casal di Principe. È stato l’arrivo del nuovo vescovo ad Aversa a mettere in moto una macchina di riflessione sulle azioni del sacerdote ucciso e di alcuni preti di Casal di Principe, Casapesenna e San Cirpiano (il famigerato triangolo della camorra casalese).

IL SEGNALE DELLA CURIA – Il primo segnale venne dato nei giorni di Natale con la ripubblicazione del documento «Per amore del mio popolo» che è diventato un documento «ufficiale» della curia aversana. Un netto distacco dal silenzio e dall’inazione del precedente vescovo nei confronti della malavita organizzata e delle sue attività. La commemorazione per l’uccisione di don Diana non prevede solo una manifestazione religiosa. In mattinata, infatti, su iniziativa di Libera, si svolgerà una «marcia» alla quale parteciperanno i familiari delle vittime innocenti della malavita, numerose scuole dell’agro aversano, rappresentanti dei sindacati. Le scuole che non potranno essere a Casal di Principe questa mattina, ricorderanno il sacrificio del sacerdote in sede e potranno spedire foto della celebrazione a Libera che pubblicherà tutte le immagini sul suo sito. (ccorieredelmezzogiorno)

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