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foto di repertorio

LA SCUOLA CHE NON C’E’ PIU’ – Dopo 17 anni di riforme: da alunni a clienti, la scuola diventa azienda che produce servi

E’ tempo di orientamento scolastico, è tempo di open day dove le scuole, di ogni ordine grado, mostrano il meglio della loro offerta formativa per attrarre “clienti”. La scuola italiana è sempre più americanizzata e la prima logica conseguenza appare essere che la formazione – quella autentica – passa in secondo piano. Una scuola dove gli insegnanti e i professori che valgono di più sono quelli che “compilano” moduli, fanno progetti didattici (per i quali vengono pagati in più), quelli che rendono migliore l’immagine dell’istituto all’esterno. Ma sono insegnanti che non lasciano un segno (formativo e culturale) negli alunni. Questi insegnanti lasciano il vuoto, il nulla, che poi abita nella nostra società.
La trasformazione della scuola pubblica – iniziata nell’anno 2000 – ha portato al declino del principio della scuola come sede più importante per la formazione dell’individuo sotto molteplici aspetti (culturale, caratteriale e formativo). Ora la scuola è soggiogata alla logica di una qualsiasi azienda. Una logica nella quale l’alunno diventa cliente e in quanto tale ha sempre ragione.
Gli istituti entrano in competizione fra loro per attrarre quanti più clienti (alunni) possibile. Questo si traduce sostanzialmente con il concetto promossi o recuperati, a tutti i costi. Tutti, ormai vanno avanti, sempre e comunque. Un alunno può permettersi di non studiare per molto tempo, riuscendo lo stesso a “recuperare” il tempo e il sapere perduto. Il concetto di “sapere minimo” è riuscito, in pochi anni, a trionfare diffondendo, in sostanza, una “disistruzione” (una mancata istruzione delle nuove generazioni). Il risultato è rappresentato da intere generazioni sempre meno preparate, meno attente ai fatti, meno disposti al dubbio. Insomma il sistema forma generazioni mediocri, emulando perfettamente il modello della scuola Americana, con zero interesse per la politica, per le religioni; insomma non interessati a null’altro che non sia l’ultima generazione di telefonino. La scuola di oggi sembra funzionare perfettamente per la formazione di “servi”. Cioè di persone che non dovranno lamentarsi, dovranno accettare qualsiasi cosa, non alzare mai la testa, sottomessi alle logiche che regolano la vita quotidiana e del mercato soprattutto, senza lamentarsi troppo. Questa è la scuola di oggi utile a formare generazione che non hanno più il “dubbio” di non sapere e quindi non più spronati a migliorarsi.

 

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